Dopo la lettura del verdetto, prima di essere accompagnato fuori dall’aula dagli ufficiali giudiziari, Sean “Diddy” Combs, conosciuto anche come Puff Daddy, rapper e imprenditore americano, re dell’hip hop, impresario con un patrimonio stimato in un miliardo di dollari, si è inginocchiato davanti alla sedia e ha chinato il capo come se stesse pregando. Poi, riporta la Cnn, si è rivolto alla galleria del pubblico e ha applaudito, seguito dai suoi famigliari e amici. Tutti gli avvocati di Combs si sono abbracciati mentre la galleria continuava ad applaudirli. Combs si è rivolto alla sua famiglia e ha detto: «Grazie. Vi voglio bene mamma. Vi voglio bene. Vi voglio bene. Vi voglio bene».
Ha evitato l’ergastolo ma rischia ancora 20 anni di carcere. La sua storia è uno dei processi più noti di questi anni. La giuria lo ha giudicato non colpevole per i due capi d’imputazione di traffico sessuale e per associazione a delinquere, le accuse più pesanti. È stato invece ritenuto colpevole di traffico per la prostituzione. Combs non è stato ritenuto responsabile della gestione di un’organizzazione criminale né di coercizione sessuale sistematica. E’ stato invece giudicato colpevole di trasporto di persone per scopi di prostituzione, senza che ciò avvenisse sotto forma di costrizione. Rimane in carcere fino alla sentenza, ha stabilito il giudice Arun Subramanian, che ha negato il rilascio su cauzione da un milione di dollari. Il giudice ha proposto una data per la sentenza a ottobre, ma si è detto disposto ad accelerarla. La difesa “ha ammesso la violenza dell’imputato”, ha dichiarato Subramanian nel respingere la richiesta, affermando che Combs non aveva dimostrato di non rappresentare un pericolo per la comunità.
Il verdetto ha fatto seguito a un processo durato sette settimane, durante il quale i pubblici ministeri hanno affermato che Combs gestiva un’attività criminale e costringeva le donne a partecipare ai freak-off, festini sessuali di lunga durata, alimentati dalla droga, con escort. La difesa ha sostenuto che l’accusa ha esagerato a proposito del comportamento di Combs e ha criminalizzato relazioni che rimanevano consensuali, seppur complicate.
Le due assoluzioni per traffico sessuale riguardano le accuse secondo cui Combs avrebbe costretto due donne, Cassie Ventura e Jane Doe (uno pseudonimo), a partecipare alle feste, vere e proprie maratone sessuali. Ventura ha testimoniato di aver accettato di partecipare alle feste perché temeva le violente esplosioni di Combs che aveva il controllo sulle sue finanze e sulla sua carriera, ma la sua testimonianza non ha convinto i giurati a condannare Combs.
Tuttavia il ritratto dell’impresario che viene fuori dalle udienze è quello di uomo violento, perverso e moralmente corrotto. Al processo, durato otto settimane, Combs si era dichiarato non colpevole e i suoi difensori avevano contestato la descrizione proposta dal governo, sostenendo che le donne partecipavano consenzienti agli incontri sessuali nel quadro di relazioni romantiche durature con l’impresario.