Storie Web martedì, Giugno 17
Notiziario

Un documento del tutto valido, rilasciato nel 2019, ma con nome falso. Un passaporto con cui Francis Kaufmann, questo il vero nome dell’uomo che avrebbe ucciso una bimba di pochi mesi a Roma, ha girato indisturbato per anni.

Malta, Russia, Italia e Grecia le sue ultime mete. Il giallo di Villa Pamphili si arricchisce di un nuovo tassello: l’uomo fermato in Grecia, sull’isola di Skiathos, non è Rexal Ford. Il lavoro della Procura, in collaborazione con l’Fbi, ha portato ad una nuova svolta nella vicenda: il 46enne aveva un documento rilasciato dalle autorità americane sei anni fa con un nominativo falso, un alias.

Un elemento che apre ulteriori scenari in una storia i cui contorni faticano ad essere definiti. La donna trovata morta a 200 metri dalla figlia resta senza ancora nome. “Ha detto di chiamarsi Stella Ford”, hanno riferito alcuni testimoni. Una identità su cui però non ci sono conferme.

Villa Pamphili, l’arresto di Rexal Ford in Grecia

Per gli inquirenti la provenienza va racchiusa tra la Russia, dove i due avrebbero soggiornato, e l’Ucraina. Per un testimone, Oskar ’El Mariachi’, musicista messicano che l’ha conosciuta a Malta, lei era un “genio dell’informatica, una sorta di hacker. Un Robin Hood della rete. Nemmeno Rexal sapeva bene cosa facesse”.

Cosa facevano, quindi, per vivere i due? Possono essere esclusi eventuali legami con apparati di sicurezza? Lui si presentava come regista e produttore cinematografico.

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