Storie Web lunedì, Giugno 9
Notiziario

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – A conferma dell’impatto sul commercio globale della guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti, a maggio le esportazioni cinesi sono complessivamente cresciute al ritmo più basso da tre mesi, in buona parte a causa del crollo di quelle dirette verso gli Usa. Contestualmente le pressioni deflazionistiche sono aumentate, con i prezzi alla produzione che hanno registrato la contrazione più forte da quasi due anni.

Il mese scorso le esportazioni cinesi verso il resto del mondo sono cresciute del 4,8% su base annua, in frenata rispetto all’8,1% registrato ad aprile e al di sotto del 5% medio previsto da un gruppo di economisti sondati dall’agenzia Reuters. Le importazioni sono diminuite del 3,4% anno su anno, in netto peggioramento rispetto al calo dello 0,2% di aprile. Le aspettative erano di una contrazione molto più modesta, inferiore all’1 per cento.

Buona parte della flessione dell’export cinese è da imputare alle tensioni con gli Stati Uniti: i dati doganali mostrano che le esportazioni da Pechino verso gli Usa sono crollate del 34,5% su base annua, ampliando il calo del 21% registrato di aprile. Anche i flussi dagli Stati Uniti verso la Cina sono diminuiti ulteriormente, in calo del 18,1% rispetto al -13,8% di aprile.

«La crescita delle esportazioni è stata probabilmente frenata dai controlli doganali, legati alle limitazioni all’export», spiega Xu Tianchen, senior economist dell’Economist Intelligence Unit, osservando che le esportazioni di terre rare (diventate un’arma negoziale contro gli Usa) lo scorso mese si sono quasi dimezzate, mentre quelle di macchinari elettrici sono rallentate significativamente.

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