Storie Web domenica, Giugno 8
Notiziario

Il polo nazionale della dimensione subacquea (Pns) della Spezia mette sul piatto nuovi bandi per 10 progetti, aperti a aziende grandi, medie e piccole; e traccia le linee guida del futuro sottomarino dell’Italia. «Nei 18 mesi di vita del polo, che è stato inaugurato il 12 dicembre 2023 – ha affermato l’ammiraglio Cristiano Nervi, direttore del Pns e del Cssn (Centro di supporto e sperimentazione navale della Marina) – abbiamo promosso, contando anche quelli partiti la scorsa settimana, 18 progetti di ricerca, per investimenti potenziali vicini a complessivi 115 milioni di euro; i progetti, peraltro, sono cofinanzati al 50% quindi il contributo del polo è esattamente la metà; e finora a contratto siamo andati per 65 milioni, relativi ai primi 8 progetti. Ora ci concentriamo sui 50 milioni relativi ai 10 che abbiamo appena avviato».

Il meeting di Confindustria La Spezia

L’occasione per fare il punto sull’underwater è stato offerto da Confindustria La Spezia, che ha organizzato un incontro tra i vertici del Pns, e le imprese del territorio. «Il polo – ha detto il presidente dell’associazione degli imprenditori, Mario Gerini – si propone come incubatore tecnologico nazionale, destinato a diventare un punto di riferimento per la ricerca e lo sviluppo in ambito subacqueo, non solo a fini militari, ma anche duali e civili: monitoraggio ambientale, sicurezza delle infrastrutture sottomarine, controllo delle risorse marine. Il valore di questa iniziativa risiede proprio nella sua dimensione aggregativa, in grado di creare relazioni ad alto valore tra persone, competenze, industria, ricerca, pubblica amministrazione, università e forze armate».

Si parla in concreto, ha proseguito, «della possibilità di costruire una vera filiera italiana della subacquea: solida, innovativa, competitiva a livello internazionale. Questo significa opportunità reali per le nostre imprese, ma anche occasioni preziose per attrarre nuove imprese, startup, competenze, investimenti esterni».

Bandi per rete infrastrutturale e veicolo subacqueo

I bandi, ha chiosato Nervi, «si muovono lungo due direttrici tecnologiche: la creazione di una rete infrastrutturale subacquea per il monitoraggio, in tempo reale, dei fondali e lo sviluppo di un veicolo subacqueo multifunzione per operazioni militari, civili e industriali». Un veicolo, ha ricordato, esiste già. Si tratta «del Flatfish di Saipem che opera a 3mila metri di profondità; ma ogni sua componente è straniera. Noi, invece, vogliamo che l’Italia produca tutti le componenti, perché non debba dipendere da nessuno».

Per quanto riguarda la rete infrastrutturale, ha detto Nervi, «abbiamo stabilito che fosse opportuno sfruttare le dorsali di cavi per telecomunicazioni esistenti. Perché la fibra ottica può funzionare anche come sensore e il dato che noi acquisiamo con la fibra, o con altri sensori con cui arricchiremo la dorsale cavi, ci consentirà di comprendere che cosa si muove sott’acqua ed eventualmente anche classificare e trasferire il dato a terra, sempre via fibra ottica».

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