Storie Web domenica, Giugno 8
Notiziario

E’ competizione aperta tra Europa e Cina nel settore auto. Una guerra tra giganti, che si gioca sul campo della tipologia di motorizzazioni, tradizionali o elettriche, come emerge dal dibattito in Italia e in Europa, ma anche sul piano tecnologico, dunque Intelligenza artificiale e simulazione applicate in fase di progettazione e di testing. «I cinesi stanno riuscendo a fare la differenza grazie ad un prodotto di qualità, ingegnerizzato in un tempo molto più veloce»: è la sintesi che fa il ceo di Accenture Italia, Teodoro Lio, su un settore in profonda trasformazione, al centro di una survey realizzata dalla società. Da cui emerge il ritardo dei produttori e della filiera europea: la rilevazione fatta su 3mila c-level a livello globale rivela che solo il 36% ha avviato iniziativa di scala dell’IA e solo il 13% ha ottenuto un valore significativo.

«È una questione di velocità, ma anche di visione e metodo» sottolinea Lio. «L’IA non è solo un acceleratore tecnologico – aggiunge – ma una leva per reinventare l’intera filiera in modo mirato e consapevole: dall’ingegneria al manufacturing, dalla supply chain alla relazione con il cliente. In un settore sotto pressione, l’Intelligenza Artificiale può diventare il catalizzatore per ripensare processi e modelli operativi, rafforzare le competenze di milioni di lavoratori e allineare i tempi di sviluppo a quelli delle best practice globali».

La Cina e i produttori cinesi hanno per primi adottato il paradigma del Soft Defined Vehicle partendo da zero, senza dover riconvertire sistemi produttivi preesistenti. Una scelta che si è trasformata in vantaggio competitivo, aggiunge Lio, come dimostra il caso della piattaforma CARIAD dei tedeschi di Volkswagen, progetto che ha coinvolto un migliaio di ingegneri per lo sviluppo di una piattaforma di SDV, più volte rimandato e rivisto.

Questa difficoltà, accanto al ritardo ad esempio nei brevetti legati a AI e piattaforme SDV e nella capacità di ricerca, «fa si’ che l’Europa insegua gli Stati Uniti che inseguono la Cina» spiega Lio. Un ritardo che porta rischi, che incide su competitività, time-to-market e costi produttivi, ma che rappresenta, al contempo, un importante opportunità.

Le piattaforme di nuova generazione sono capaci di dimezzare, da quattro a due, gli anni necessari per sviluppare un nuovo modello e sono facili da aggiornare e riprogrammare. I produttori che hanno sviluppato da zero un’auto elettrica sono partiti con un paradigma software defined, «questo vale tanto per i cinesi quanto per Tesla o per Polestar» aggiunge Lio.

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