Storie Web sabato, Giugno 7
Notiziario

L’Europa, una idea splendida, che ha realizzato tanti progetti a beneficio di tutti i suoi cittadini – a cominciare dalle frontiere aperte e dalla moneta comune- ma che oggi spicca per la sua assenza. Enrico Zobele, presidente del Gruppo Triveneto della Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro, spiega così il titolo scelto per il convegno nazionale in programma oggi a Venezia, nel Salone degli Arazzi della Fondazione Giorgio Cini: L’Europa che vogliamo. «In un contesto mondiale sempre più complicato e frazionato, dove si sente la forza di una America con tendenze sempre più isolazioniste e di una Russia aggressiva, ma anche di una Cina che conquista sempre più spazi senza scrupolo di ricorrere al dumping, la Ue sembra a corto di risorse e di reazioni». Per discutere di questa assenza e di come invertire la rotta a Venezia sono attesi imprenditori, docenti e politici: previsti anche gli interventi della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola (tramite videomessaggio) e del vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani. Sotto la lente i 70 anni di progressi compiuti nel campo dell’integrazione economica, ma che vedono l’Unione europea ancora distante da una maturazione in un soggetto politico completo: «L’obiettivo non può che essere un governo comune, che porti avanti temi e politiche necessari. Cambiare la costituzione europea non è possibile, ma è chiaro che metodi come il voto all’unanimità sono un ostacolo a qualunque possibilità di riforma che deve essere affrontato, anche pensando a una Europa a due velocità: chi vuole adeguarsi lo faccia subito, chi vuole prenda tempo, ma senza per questo bloccare scelte indifferibili». Non solo: «Occorre pensare a una unione energetica, a una armonia fiscale e a un mercato degli investimenti che funzioni abbastanza da trattenere le scelte strategiche e tecnologiche più rilevanti», commenta Zobele, che aprirà i lavori del convegno.

E poi serve una politica industriale europea: e proprio delle sfide dell’impresa discuteranno in un panel apposito i cavalieri del lavoro Lucia Aleotti, presidente Pharmafin – Menarini Group Holding, Marco Bonometti, presidente OMR Automotive, Laura Colnaghi Calissoni, Cavaliere del Lavoro, presidente e amministratore delegato Gruppo Carvico e Bruno Veronesi, presidente Emerito AIA, con Daniel Gros, direttore Institute for European Policymaking, Università Bocconi.

Un esempio della necessità di affrontare la questione industriale con un altro passo è, per Zobele, quello che sta accadendo al settore dell’auto: «L’imposizione dell’elettrico ha messo a rischio e ignorato un primato come quello nel campo del motore endotermico, con conseguenze pesanti per tutta la filiera».

Nominati ogni anno (al massimo 25 per annata: l’ultima tornata pochi giorni fa) dal presidente della Repubblica, scelti nei settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, turismo e servizi, dell’artigianato e dell’attività creditizia e assicurativa, i cavalieri del lavoro – il cui presidente è Maurizio Sella – sono una rappresentanza poco numerosa, ma estremamente qualificata: l’onorificenza è riservata a chi abbia “contribuito in modo significativo con l’attività d’impresa alla promozione dell’economia nazionale e, con elevato impegno ad una responsabilità etica e sociale, al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del Paese”.

In questa veste «vogliamo portare un contributo di competenza e visione», sottolinea Zobele, presidente del Gruppo Triveneto della Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro che quest’anno organizza il convegno nazionale.

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