Dallo spazio per studiare i suoli e misurare il carbonio nelle foreste. È l’obiettivo della missione Biomass, il satellite dell’Esa, progettato per fornire informazioni sulle foreste del mondo «sul loro ruolo cruciale nel ciclo del carbonio della Terra», sviluppato da oltre 50 aziende guidate da Airbus UK. Il decollo il 29 aprile, a bordo di un razzo Vega-C dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese. La missione foreste a biomassa dell’Esa, come fanno sapere dall’agenzia internazionale, «utilizza una tecnologia spaziale avanzata per fornire nuovi dati sulle foreste e sui loro cambiamenti».
La mappatura del sottosuolo nei deserti
Il suo radar «in banda P (intervallo di frequenza in Gigahertz 0.225-0.390) penetra le nuvole e gli strati forestali, diffondendo i segnali dagli elementi forestali». Biomass «è il primo satellite dotato di un radar ad apertura sintetica in banda P», in grado penetrare la chioma delle foreste e misurare la biomassa legnosa, tronchi, rami e steli, dove viene immagazzinata la maggior parte del carbonio forestale.
La missione consente anche la mappatura della geologia del sottosuolo nei deserti, nelle strutture delle calotte glaciali e nella topografia del suolo forestale. «I dati sulla biomassa – sottolineano dall’Esa- miglioreranno la conoscenza della perdita di habitat e dei suoi effetti sulla biodiversità».
Dopo meno di un’ora dal lancio, Biomass si è separato dallo stadio superiore del razzo e successivamente, il team dell’European Space Operations Centre dell’Esa in Germania ha ricevuto «il primo importante segnale, trasmesso tramite la stazione di terra Troll in Antartide, che Biomass sta funzionando come previsto in orbita». Il gruppo di lavoro proseguirà con le sue verifiche anche i prossimi giorni.
La direttrice dell’Esa: dati vitali su carbonio
«Vorrei estendere le mie congratulazioni a tutti coloro che sono stati coinvolti nello sviluppo e nel lancio di questa straordinaria missione. Biomass si unisce ora alla nostra stimata famiglia di esploratori della Terra, missioni che hanno costantemente portato scoperte rivoluzionarie e una comprensione scientifica avanzata del nostro pianeta – è il commento di Simonetta Cheli, direttrice Esa dei programmi di osservazione della Terra -. Con Biomass, siamo pronti ad acquisire nuovi dati vitali su quanto carbonio viene immagazzinato nelle foreste del mondo, contribuendo a colmare le lacune chiave nella nostra conoscenza del ciclo del carbonio e, in definitiva, del sistema climatico terrestre».