Storie Web martedì, Aprile 29
Notiziario

Non solo centraline, sensori e dispositivi elettronici, al monitoraggio per l’ambiente partecipano anche le api. Ed è proprio questo l’obiettivo del progetto di biomonitoraggio denominato Apincittà che impiega l’Apis mellifera (ape domestica da miele) come indicatore ambientale in corso in 60 città italiane. Da Alessandria a Roma, da La Spezia a Grosseto continuando con Bari, Potenza e altri centri d’Italia.

Iniziativa promossa in 60 località

L’iniziativa, promossa, finanziata e coordinata dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, vede la presenza dei ricercatori dell’Ispra (che questo mese termina la collaborazione al progetto), di altre Istituzioni nazionali (Istituto Superiore di Sanità, Crea e Izslt e dell’associazione Federazione Apistica Italiani), ruota attorno all’installazione di 2 apiari per località, distribuiti sul territorio nazionale e localizzati prevalentemente nelle sedi e nelle strutture dei carabinieri forestali.

Il ricercatore Ispra

«L’iniziativa è partita negli anni scorsi perché i carabinieri forestali hanno predisposto un progetto per valutare la situazione a livello nazionale – dice Roberto Sannino, ricercatore Ispra e responsabile del progetto per la parte di competenza – perché le api sono un ottimo rilevatore per natura e quindi possono dare una serie di informazioni sullo stato dei luoghi e dell’ambiente». Il principale contributo dell’Ispra «è rivolto alla interpretazione della qualità dell’ambiente e alla determinazione del livello di copertura di specie di interesse nettarifero e o pollinifero nei territori circostanti la sede degli apiari progettuali».

Tre fattori selezionati

Rispetto alla qualità dell’ambiente, sono stati selezionati tre fattori di pressione ambientale significativi per gli impollinatori: si tratta del livello di concentrazione dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee, degli inquinanti atmosferici ritenuti più dannosi per gli ecosistemi e del consumo di suolo, riferito alla riduzione delle superfici naturali in grado di assicurare i servizi ecosistemici. L’area interessata dallo studio dei ricercatori dell’Ispra è quella che circonda i luoghi dove sono stati sistemati gli apiari. In questa attività il ruolo delle api porta, come sottolinea il ricercatore, «un valore aggiunto». «L’Ispra, attraverso i suoi strumenti e sistemi effettua analisi ambientali costanti – dice Sannino – la presenza delle api, in questo contesto, fornisce un elemento dinamico capace di dare un valore aggiunto all’intero studio, proprio per la capacità delle api di spostarsi».

Alla ricerca di metalli o polveri sottili

Dalle analisi che saranno poi effettuate dopo i prelievi negli apiari si potrà stabilire la presenza ed eventuale concentrazione di metalli pesanti, polveri sottili, microplastiche e altro ancora. «A livello europeo le api stanno acquisendo valore per le attività di monitoraggio – aggiunge ancora il ricercatore -. I risultati che scaturiscono dal monitoraggio dell’attività delle api non possono che avere una corrispondenza con le altre analisi. Diciamo che se c’è inquinamento le api segnalano. Poi il confronto dei dati darà un quadro più completo». Il progetto prosegue sino al 2026 quando saranno completate le ricerche e analisi.

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