Gli acconti irpef per il 2025 saranno calcolati in base alle tre aliquote irpef che oggi regolano il sistema dell’imposta sui redditi, e non in base alle precedenti quattro aliquote. Lo prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri che corregge una ’incongruenza’ della normativa. Un provvedimento che alleggerisce gli acconti irpef e che si è reso urgente anche in vista delle dichiarazioni precompilate che l’Agenzia delle Entrate metterà a breve a disposizione. Con il decreto, quindi, si modifica la disciplina per la determinazione degli acconti, dopo che l’ultima legge di bilancio ha reso strutturale la riduzione delle aliquote da quattro a tre.
«Il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento per chiarire le regole sulla determinazione degli acconti Irpef 2025. La nuova disposizione conferma che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto Iperf per il 2025, evitando così qualsiasi aumento del carico fiscale». È quanto dichiara Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze. «L’intervento si è reso necessario per correggere un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, attuativo della delega fiscale, che prevedeva per il solo 2024 la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 e la legge di bilancio 2025 che ha reso strutturale la predetta riduzione di aliquote», spiega Leo, ribadendo che l’obiettivo è sempre «tutelare i contribuenti e garantire una corretta applicazione della riforma fiscale. Abbiamo approvato il nuovo provvedimento in tempo utile per assicurare che non vi siano errori nei prossimi versamenti o nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi”, chiosa il viceministro, esprimendo “soddisfazione per la prontezza con la quale il governo ha risolto la questione».
Lo schema di decreto appena approvato dal Consiglio dei ministri, che entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, prevede un incremento di risorse pari a 245,5 milioni per l’anno 2026. Per l’anno in corso, gli oneri valutati sempre in 245,5 milioni sono coperti mediante corrispondente riduzione del Fondo previsto dalla Manovra 2024 e in termini di fabbisogno e indebitamento mediante corrispondente riduzione del Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente, anche conseguenti all’attualizzazione di contributi pluriennali.