Un mondo “a pezzi”, dominato da calcoli e algoritmi, dove prevalgono logiche spietate e l’interesse del più forte. È questa la denuncia che emerge con forza dalle meditazioni scritte da Papa Francesco per la Via Crucis al Colosseo, guidata – anche quest’anno – dal cardinale vicario Baldo Reina in sua vece. Per il terzo anno consecutivo, il Papa non partecipa fisicamente.
Francesco descrive una società che sembra aver smarrito il senso del limite e dell’umanità, dove uno vale meno di novantanove. “Abbiamo costruito un mondo che funziona così”, scrive, invocando lacrime autentiche, non di rito. Solo un dolore sincero può salvare ciò che rischia di crollare. E la fede, ricorda, può ancora ribaltare le sorti: l’economia di Dio non esclude, non sopprime, non opprime.
Il Papa si rivolge ai caduti, a chi si sente scartato o fallito. Invoca misericordia per chi giace ai margini, per chi ha smesso di sperare. Contesta un’economia che divide e chiede di rialzare chi è stato abbattuto. In un mondo che vuole toccare il cielo senza sporcarsi di terra, Francesco ricorda che proprio lì, a terra, si incontra il divino.
Nel suo appello, c’è spazio anche per la Chiesa ferita, da ricucire con fraternità. E per il ruolo delle donne, portatrici di realtà e concretezza. Infine, una preghiera rivolta a tutti noi: “Fermaci, Signore”, quando ci rendiamo insensibili, quando ignoriamo le persone, quando il tempo diventa tiranno e l’ascolto un lusso.
Poco prima della Via Crucis, nella Basilica di San Pietro, è stato celebrato il rito della Passione, presieduto dal cardinale Claudio Gugerotti. Tra i presenti, anche il vicepresidente USA JD Vance con la famiglia.