Storie Web sabato, Aprile 19
Notiziario

La portata dell’intervento

Nel chiarimento fornito ai Caf e al sindacato il Mef aveva anche spiegato che il legislatore delegato non era intenzionato «a intervenire nei confronti di soggetti, come la maggioranza dei lavoratori dipendenti e pensionati, che, in mancanza di altri redditi, non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi»

Per questo il Mef aveva sottolineato ancora che «l’acconto per l’anno 2025 è dovuto, con applicazione delle aliquote 2023, solo nei casi in cui risulti di ammontare superiore a 51,65 euro la differenza tra l’imposta relativa all’anno 2024 e le detrazioni, crediti d’imposta e ritenute d’acconto, il tutto però calcolato secondo la normativa applicabile al periodo d’imposta 2024».

Le attese dei Caf

Sarà una corsa contro il tempo e, anche per questo, è necessario che il decreto arrivi il prima possibile. I Caf, come spiegato dal coordinatore della consulta nazionale Giovanni Angileri a «Il Sole 24 Ore» del Lunedì del 14 aprile, stanno andando avanti con gli appuntamenti ma allo stesso tempo prendono tempo senza stampare le liquidazioni dell’imposta.

La necessità dell’ufficialità

Ma l’agenzia delle Entrate sta già lavorando per cercare di arrivare puntuale all’appuntamento del 30 aprile: ossia la data in cui sarà messo a disposizione il 730 precompilato per oltre 20 milioni di contribuenti. 

La “base” di appoggio è rappresentata proprio dal comunicato dell’Economia del 25 marzo, che ha consentito all’amministrazione finanziaria di preparare le mosse. Da un lato, infatti, è necessario aggiornare le istruzioni al 730.

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