Storie Web sabato, Aprile 19
Notiziario

L’Europa, Italia inclusa, sta sperimentato l’arrivo di tanta intelligenza artificiale generativa nei propri smartphone in questi giorni. Tra i servizi che già erano disponibili negli Stati Uniti ma non ancora da noi, il più atteso dagli utenti Apple è Apple Intelligence. Si ottiene su iPhone, dal 15 Pro in su, con il nuovo iOS 18.4. Non appena scaricato si nota una peculiarità del suo funzionamento. Ha bisogno di un po’ di tempo per funzionare. Perché si scarica in locale.

Apple Intelligence ha infatti un duplice aspetto, anzi triplice: in parte funziona grazie agli LLM sviluppati da Apple nel software, in parte tramite il sistema cloud di Apple, e in parte per via esterna, con ChatGpt, in virtù dell’accordo con OpenAI.

E così l’aiuto nella scrittura – che corregge errori, cambia tono, fa sintesi – funziona in locale. È per questo che Apple Intelligence è disponibile solo con i device che hanno i chip più avanzati:A18, A18 Pro, A17 Pro, e la famiglia di chip M.

Funzioni più complesse attivano il Private Cloud Compute di Apple, passando a modelli linguaggio più grandi basati sui server dedicati che usano chip Apple e che proteggono la privacy.

Quando si effettua una richiesta, Apple Intelligence stabilisce se può essere elaborata sul dispositivo. Se si ha bisogno di maggiore capacità di calcolo, può attingere a Private Cloud Compute e inviare – con una connessione crittografata end-to-end – ai server basati su chip Apple solo i dati rilevanti per l’attività specifica.

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