La PTPA, associazione dei tennisti fondata da Djokovic e Posipil ha avviato azioni legali contro le istituzioni della racchetta con accuse pesantissime.
Dal campo da tennis ai tribunali. La Professional Tennis Players Association, ovvero l’associazione dei giocatori del circuito maschile e femminile fondata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, ha intentato azioni legali contro gli enti governativi del mondo della racchetta, ovvero ATP, WTA, ITF, ITIA. Una mossa forte, figlia di un’accusa pesante: secondo PTPA le istituzioni citate gestiscono un sistema “corrotto, illegale e abusivo” equivalente ad una sorta di monopolio.
La PTPA intenta azioni legali contro ATP, WTA, ITF, ITIA
Tutto è stato ufficializzato attraverso un comunicato, in cui si annunciano dunque le azioni contro la Federazione Internazionale Tennis (ITF), l’Associazione dei Professionisti del Tennis (ATP), la Women’s Tennis Association (WTA) e l’International Tennis Integrity Agency (ITIA), che si occupa della lotta al doping e alla corruzione nel gioco. L’obiettivo della causa secondo PTPA è rivelare come “gli organi di governo corrotti del tennis abusano, mettono a tacere e sfruttano sistematicamente i giocatori per ottenere profitti personali attraverso il controllo monopolistico”. Una situazione che ha “danneggiato i giocatori, i tifosi e lo sport e rappresentano una grave minaccia per il suo futuro”.
Perché PTPA ha avviato azioni legali contro gli enti di governo del tennis
A sostegno delle azioni legali dell’associazione, in modo “schiacciante”, ci sarebbero i migliori 250 giocatori maschili e femminili, tra cui la maggioranza dei migliori 20 giocatori. Questo perché a quanto pare i giocatori in questione cercano: “un sistema equo e trasparente che dia priorità ai loro diritti, alla loro salute e alla loro sicurezza rispetto all’autorità incontrollata degli organi di governo dello sport, garantendo loro le stesse protezioni e opportunità degli atleti professionisti in altri sport globali”.
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Nel comunicato sono elencate punto per punto tutte le accuse sul tavolo ai vertici del movimento tennistico internazionale. Parole forti, come quelle del direttore esecutivo PTPA, Ahmad Nassar: “Il tennis è rotto”, ha detto Ahmad Nassar, direttore esecutivo del PTPA. “Dietro la patina glamour che gli imputati promuovono, i giocatori sono intrappolati in un sistema ingiusto che sfrutta il loro talento, sopprime i loro guadagni e mette a repentaglio la loro salute e sicurezza. Abbiamo esaurito tutte le opzioni di riforma attraverso il dialogo e gli organi di governo non ci hanno lasciato altra scelta che cercare di ottenere responsabilità attraverso i tribunali. Risolvere questi fallimenti sistemici non significa sconvolgere il tennis, ma salvarlo per le generazioni di giocatori e fan a venire”.
Queste nel dettaglio, le “restrizioni anticoncorrenziali draconiane e interconnesse e di pratiche abusive”:
- Collusione per ridurre la concorrenza. L’accusa è quella di stipulare accordi per sopprimere la concorrenza trai tornei, che potrebbero offrire ai giocatori opportunità di guadagno. Questo consentirebbe al “cartello” di pagare compensi artificialmente bassi ai giocatori di tennis professionisti.
- Fissare i premi in denaro e sopprimere i guadagni dei giocatori. Le associazioni limiterebbero i montepremi che i tornei assegnano, impedendo così ai giocatori di guadagnare di più come potrebbero invece con un libero mercato. Per questo la PTPA sottolinea che “i migliori giocatori di tennis guadagnano una frazione di quanto guadagnano i migliori atleti di altri sport”.
- Mandati per i punti di classifica: dai soldi al campo. ATP, WTA, ITF imporrebbero secondo l’accusa un “sistema draconiano di Punti di Classifica che stabilisce in quali tornei i giocatori possono competere, quanto compenso guadagnano e se ricevono determinate opportunità di sponsorizzazione”. Anche queso viene considerata una preclusione al libero mercato.
- Forzare un programma insostenibile. Sotto la lente d’ingrandimento anche i ritmi imposti ai giocatori, con un programma definito “insostenibile”, che non lascia “poco o nessuno spazio ai giocatori per riposare e recuperare”. Questo è un ostacolo alla possibilità di trascorrere del tempo con la famiglia o riprendersi da infortuni.
- Disprezzo per i giocatori: vengono elencate tutte le prove della poca attenzione nei confronti dei giocatori: “Solo l’anno scorso, i giocatori sono stati costretti a competere a 100 gradi di calore, a sopportare partite che finivano alle 3 del mattino e a giocare con palline da tennis diverse e inducenti infortuni a seconda della settimana, il che ha portato a lesioni croniche a polsi, gomiti e spalle. Ai giocatori viene detto che questo è ciò che comporta il privilegio di essere un tennista professionista”.
- Si parla addirittura di tennisti sfruttati finanziariamente: “I giocatori sono costretti a cedere i loro diritti di nome, immagine e somiglianza (NIL) per zero compenso, consentendo agli organi di governo di trarre profitto dalle loro identità, impedendo loro di assicurarsi alcune sponsorizzazioni indipendenti e limitando senza fondamento il numero di sponsor che possono avere“. Anche questo impedisce ai tennisti di muoversi per ottenere migliori condizioni di lavoro ed economiche.
- Senza dimenticare, e qui subentra l’ITIA, lo stress che devono subire i giocatori per i controlli anti-doping: “perquisizioni invasive dei dispositivi personali, test antidroga casuali nel cuore della notte e interrogatori senza rappresentanza legale. L’ITIA ha sospeso giocatori senza un giusto processo sulla base di prove fragili o inventate. I telefoni dei giocatori vengono confiscati e perquisiti senza consenso, una grave invasione della privacy che viola la legge e dimostra ulteriormente la morsa che gli imputati hanno sul mercato”.
Citate anche alcune dichiarazioni, tutt’altro che leggere. Oltre alla tennista Cirstea, sono state riportate le parole del co-fondatore Posipil: “Non si tratta solo di soldi, ma di correttezza, sicurezza e dignità umana fondamentale. Sono uno dei giocatori più fortunati e ho dovuto dormire in macchina quando andavo alle partite all’inizio della mia carriera: immagina un giocatore della NFL a cui viene detto di dover dormire in macchina durante una partita in trasferta. È assurdo e ovviamente non accadrebbe mai. Nessun altro sport importante tratta i suoi atleti in questo modo. Gli organi di governo ci costringono a contratti ingiusti, impongono programmi disumani e ci puniscono per aver parlato. Le azioni legali intraprese oggi riguardano la correzione del tennis per i giocatori di oggi e per le generazioni future. È tempo di responsabilità, di una vera riforma e di un sistema che protegga e dia potere ai giocatori. Tutte le parti interessate meritano uno sport che operi con correttezza e integrità”.