Inizia con valori in crescita il 2025 dell’export italiano, che a gennaio progredisce del 2,5% su base annua. Progresso trainato dai prezzi medi, mentre i volumi sono in calo del 2,6%, con aumenti a valore visibili sia in Europa (+1,9%) che sui mercati extra-Ue.
Vendite in Europa rilanciate in particolare da Francia e Spagna mentre in Germania si registra un callo limitato dello 0,5%, dopo il calo di cinque punti dell’intero 2024, costato quasi quattro miliardi di export in meno. Scorrendo i dati settoriali si vede però che nel mese il segno meno è determinato dalle vendite di auto, crollate del 36%, mentre in generale si registrano verso Berlino progressi in quasi tutti i settori.
I dettagli settoriali non forniscono invece grande chiarezza sui motivi dello scatto in avanti delle importazioni dalla Cina, cresciute nel mese di quasi il 50%, 1,6 miliardi in più, acquisti in grado da soli di quasi azzerare l’avanzo commerciale del mese per i paesi extra-Ue. L’import da Pechino cresce infatti a doppia cifra quasi ovunque, tra chimica e farmaceutica (qui con valori più che quadruplicati) ma anche macchinari, gomma-plastica e automobili. Serviranno altre rilevazioni mensili per capire la portata e la stabilità del fenomeno, che non è legato a singole maxi-commesse una tantum.
Decisivo, per il risultato globale dell’export, lo scatto in avanti della farmaceutica, miglior comparto per distacco, con una crescita del 34% trainata in particolare dalle commesse verso gli Stati Uniti, in aumento del 48%.
Da segnalare il ritorno alla normalità delle vendite in Turchia, dopo la fiammata legata all’oro, in particolare dal distretto di Arezzo. Nel mese di gennaio Ankara riduce gli acquisti del 7% e la voce che include la gioielleria (altre attività manifatturiere) è in caduta del 42%.