Storie Web martedì, Marzo 18
Notiziario

La diffusione dell’influenza aviaria altamente patogena ha causato perdite di centinaia di milioni di pollame in tutto il mondo, da qui l’urgenza di rafforzare la biosicurezza, il monitoraggio, la sorveglianza, i meccanismi di risposta rapida e la comunicazione del rischio, per salvaguardare il settore avicolo e proteggere i mezzi di sussistenza e le economie. È il messaggio lanciato dalla Fao ai Paesi membri attraverso il suo vicedirettore generale, Godfrey Magwenzi, che ha descritto la diffusione della malattia come «senza precedenti, che porta a gravi impatti sulla sicurezza alimentare e sull’approvvigionamento alimentare di tutti i Paesi, tra cui la perdita di sostanze nutritive, posti di lavoro e reddito rurali, shock alle economie locali e costi crescenti per i consumatori».

Tra le sfide che l’influenza aviaria pone c’è dunque quella di proteggere i sistemi di produzione avicola per garantire la sicurezza alimentare e la nutrizione dei milioni di persone che dipendono dal pollame per carne e uova. Secondo la vicedirettrice generale della Fao, Beth Bechdol, si tratta di un problema transfrontaliero che richiede una risposta globale e coordinata: «La Fao è in prima linea nell’affrontare questo virus da oltre 20 anni, supportando i governi nell’individuazione, prevenzione e risposta alle epidemie. Lavorando insieme possiamo ridurre l’impatto dell’influenza aviaria e proteggere la salute degli animali e degli esseri umani».

Negli ultimi 4 anni c’è stato un cambiamento nell’aviaria in termini di diffusione geografica, con un aumento del contagio sui mammiferi e ingenti perdite di uccelli domestici, con un impatto sulla sicurezza alimentare e un aumento dei prezzi dei prodotti avicoli. Un gran numero di uccelli selvatici ha ceduto alla malattia, danneggiando la biodiversità con almeno 300 nuove specie colpite dal 2021 a oggi. A inizio 2025 negli allevamenti italiani si contavano oltre 50 focolai.

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