Migliorare la riscossione delle somme iscritte è possibile e per farlo occorre agire almeno su tre leve: esternalizzazione dell’attività di recupero attraverso partnership con Servicer specializzati, “Crash program” per accelerare il recupero di specifici cluster, in particolare sui nuovi flussi e cessioni di pacchetti di crediti in stock. E’ quanto ha indicato ai senatori della commissione Finanze del Senato, Enrico Risso, Ad di Intrum Italy Spa (società leader nel settore del credito, joint venture tra Intrum Group 51% e Intesa Sanpaolo 49%), audito in merito all’indagine conoscitiva sul magazzino di Equitalia e sulla proposta della Lega di una rateizzazione a lungo termine dei carichi fiscali, già presentata come rottamazione quinquies.
L’esempio in Gran Bretagna
Secondo Risso la rottamazione da sola non basta per affrontare in maniera strutturale il problema del credito fiscale e a riportare il sistema in equilibrio ma occorre un intervento più ampio, ispirato all’esperienza maturata nel sistema bancario dell’ultimo decennio. Nell’ambito della prima leva, secondo Intrum potrebbe essere introdotta una partnership pubblico-privato tra Agenzia delle Entrate Riscossione – Ader (o altro soggetto a partecipazione pubblica) e i servicer privati. Questo approccio non sarebbe un’innovazione sul mercato europeo in quanto già nel Regno Unito l’equivalente di Ader (HMRC) si avvale di un outsourcing a favore di otto player specializzati privati (e su cui anche Intrum Uk ha esperienza avendo lavorato per esempio con i Council di Slough e Fulham).
Le condizioni necessarie
Per essere pienamente efficace la partnership pubblico privato, richiede però alcune condizioni. Infatti, nel 2024 i flussi di crediti fiscali sono stati oltre 3 volte quelli prodotti da tutto il sistema bancario (oltre 60 miliardi di Euro di nuovi crediti fiscali contro circa 20 miliardi di Euro di nuovi flussi a deteriorato bancari), e lo stock è circa 5 volte quello in gestione a tutti i servicer in Italia (1.275 miliardi di “magazzino” di crediti fiscali contro circa 260 miliardi di crediti deteriorati di origine bancaria in gestione ai servicer). Per evitare di spostare semplicemente il collo di bottiglia da Ader ai servicer, secondo Intrum sarà fondamentale affidarsi a società che, insieme all’attività di gestione più tradizionale, abbiano sviluppato piattaforme tecnologiche che, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e di portali self-service, riescano a garantire una capacità massiva di lavorazione dei ticket piccoli (ad esempio sotto i 10.000 euro) impossibile per una società con un modello operativo tradizionale.
Le misure straordinarie
La seconda, ovvero l’implementazione di misure straordinarie interne, i cosiddetti “crash program”, può senza dubbio essere considerata la proposta della Lega di una rateizzazione fino a 10 anni dei pagamenti, rispetto al quale potrebbero essere valutati alcuni possibili spunti di rafforzamento, essenzialmente volti ad armonizzare al meglio l’iniziativa con il sistema complessivo del recupero crediti in Italia.
La cessione dei crediti
Per quel che riguarda il terzo pilastro, ovvero l’apertura a cessioni strutturate dei crediti fiscali, la soluzione proposta dallo “specialista” del credito è che lo Stato debba analizzare nel dettaglio il magazzino crediti e le performance delle misure “crash”, tra cui il Ddl sulla rateizzazione lunga, per studiare con operazioni di mercato ottimali e orientate alla prospettiva degli investitori. L’obiettivo finale è quello di riportare in equilibrio un sistema come quello del magazzino della ex Equitalia ancora in fortemente squilibrato che continua ogni anno a riempirsi più rapidamente di quanto riesca a svuotarsi. A fronte di circa 60-70 miliardi di euro di nuovi crediti annui, ricorda Risso, i recuperi effettivi non superano i 15-20 miliardi, con un tasso medio di recupero annuo (calcolato sullo stock totale pari a quasi 1.300 miliardi) di appena l’1,3%. Percentuale di gran lunga inferiore a quella che gli operatori specializzati privati, i servicer, riescono abitualmente ad ottenere: questi ultimi registrano infatti, su questa tipologia di crediti, tassi medi di recupero che superano il 10% per i crediti più recenti e compresi tra il 3% e il 5% su quelli di più vecchia data, pur disponendo di strumenti meno incisivi rispetto agli attuali agenti della riscossione.