Storie Web sabato, Marzo 15
Notiziario

Via all’aumento delle accise sul gasolio, e al taglio di quelle sulla benzina. Con i dl varato dal governo Meloni, le imposte saranno modificato “tra 1 e 1,5 centesimi” all’anno, per cinque anni, fin quando le due accise saranno uguali. Per lo Stato questo porterà un aumento degli incassi importante.

Il governo Meloni ha dato il via all’aumento delle accise del gasolio, che andrà di pari passo con il taglio delle accise sulla benzina. Un “riallineamento”, come l’ha voluto definire l’esecutivo, che di fatto porterà soldi in più nelle casse dello Stato, dato che in Italia si vende molto più gasolio che benzina. La misura era annunciata e attesa da tempo: il governo l’aveva messa nero su bianco nel Piano strutturale di bilancio, ed era tenuto ad attuarla anche perché il Pnrr chiede di ridurre i sussidi dannosi per l’ambiente.

L’aumento sarà graduale, proseguirà ogni anno per cinque anni, fino a quando le accise dei diesel e quelle della benzina non saranno alla pari. L’obiettivo dovrebbe essere raggiunto nel 2030. Fino ad allora, dunque, chi usa il gasolio si troverà a pagare di più, mentre chi usa la benzina avrà un risparmio. Ecco come cambieranno i prezzi.

Che effetto avrà il cambio delle accise sui prezzi di benzina e diesel

Oggi, l’accisa sulla benzina vale 72,8 centesimi al litro. Quella sul gasolio vale 61,7 centesimi al litro. Ogni anno, dal 2025 al 2030, quest’ultima si alzerà di un’importo “tra 1 e 1,5 centesimi“, come ha stabilito il governo. L’aumento esatto sarà stabilito di anno in anno con un decreto apposito. Per ogni incremento sul gasolio, come detto, ci sarà un taglio sulla benzina.

Decreto accise oggi in Cdm, le novità in arrivo sui prezzi di benzina e diesel e chi pagherà di più

La differenza esatta di costo dipenderà, naturalmente, dalle singole automobili – quanto consumano, quanto è capiente il serbatoio, eccetera. Considerando sia le accise, sia il collegato aumento dell’Iva, chi fa un pieno da 50 litri con il gasolio potrebbe trovarsi a pagare tra i 60 e i 90 centesimi in più, quando scatterà il primo aumento. Ipotizzando due pieni al mese, si potrebbe spendere tra i 15 e i 20 euro circa in più all’anno.

Guardando all’obiettivo finale, cioè alle accise tra cinque anni, quelle sul gasolio dovrebbero essere più alte di 5,55 centesimi, e quelle della benzina più basse dello stesso importo. Pagare 5,55 centesimi in più al litro, sempre ipotizzando due pieni da 50 litri al mese, significherebbe una spesa maggiore complessiva che si può stimare tra i 70 e i 90 euro all’anno. E naturalmente chi invece usa la benzina dovrebbe andare incontro a un risparmio dello stesso importo.

Quanti soldi pagheranno in più gli autisti con l’aumento delle accise

È vero che la spesa per una macchina a gasolio aumenterà tanto quando quella per una macchina a benzina scenderà (a parità di consumi), ma se si considera in modo più ampio la situazione in Italia, il calcolo è diverso. Nel Paese si consuma molto più gasolio che benzina. Quindi, per le casse dello Stato, ogni centesimo di “riallineamento” porterà un guadagno.

La stima del Sole 24 Ore è che per ogni centesimo di modifica delle accise, i conti pubblici perderanno 123 milioni di euro per la benzina, ma ne incasseranno 288 per il gasolio, con un guadagno netto da 165 milioni di euro all’anno. Considerando qual è l’obiettivo finale (un riallineamento da 5,55 centesimi) si può ipotizzare che dal 2030 i cittadini verseranno quasi un miliardo di euro in più all’anno.

Naturalmente però questa stima è incompleta. Innanzitutto presuppone che nei prossimi anni il consumo di gasolio e di benzina restino uguali al 2024: se dovessero esserci differenze significative, le cifre cambierebbero. E in più alcuni settori che consumano gasolio – autotrasporti, agricoltura – saranno esclusi dagli aumenti. Anche per questo motivo, la cifra effettivamente incassata dallo Stato sarà più bassa.

A cosa serviranno i soldi in più incassati dallo Stato

Il governo quindi taglierà dei sussidi considerati dannosi per l’ambiente (aumentando le tasse su un combustibile inquinante come il gasolio), e le entrate dello Stato cresceranno. I soldi, stando al testo del decreto, potranno essere usati solo in due modi. Da una parte, per il trasporto pubblico locale – proprio nel momento in cui il contratto collettivo degli autisti è in discussione, bloccato perché secondo i sindacati non ci sono abbastanza aumenti nelle paghe.

Dall’altra parte, le risorse andranno nel fondo per la riforma fiscale. In questo caso, è meno evidente come potranno essere usati. Il governo li metterà insieme agli altri soldi tenuti da parte, e anche in base alla somma complessiva valuterà se mettere finalmente in atto alcune delle promesse. Come il taglio dell’aliquota mediana dell’Irpef, su cui Forza Italia insiste da tempo.

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