Storie Web venerdì, Marzo 14
Notiziario

Le retribuzioni dei dipendenti pubblici potrebbero aumentare fino a oltre 500 euro al mese tra 2019 e 2027, secondo le previsioni dell’Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni). Il rapporto sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti – aggiornato alla luce dell’ultima legge di bilancio – evidenzia due novità: per la prima volta, si è riusciti a pianificare le risorse da destinare ai rinnovi contrattuali per i prossimi sei anni; cresce il rilievo assunto da risorse finanziarie ulteriori dedicate a singoli settori o comparti. Secondo il presidente Aran, Antonio Naddeo, l’inflazione, stimata nel periodo 2016-2027, non intaccherà il potere d’acquisto dei dipendenti.

Quali sono i costi dei rinnovi

I costi dei rinnovi ammontano a 10 miliardi per il triennio 2025-27 e raggiungono 11 miliardi per quello successivo. In merito alle risorse, la cadenza temporale presenta un profilo regolare, mentre in precedenza, per i primi due anni dei singoli trienni, gli stanziamenti erano appena sufficienti a coprire l’indennità di vacanza contrattuale. Tenendo conto del complesso delle risorse disponibili, sia quelle ordinarie sia quelle ulteriori derivanti da altri canali di finanziamento, è possibile quindi stimare quale potrà essere l’andamento a medio termine delle retribuzioni, a struttura occupazionale costante, se vi sarà continuità nei rinnovi contrattuali.

Dove aumenteranno di più gli stipendi

Il Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti stima per le funzioni centrali un incremento retributivo pro-capite del 20,43% pari a 562 euro per 13 mensilità. Per gli altri contratti sono ancora in corso le negoziazioni per il triennio 22-24 ma le stime indicano, per la sanità, un possibile aumento di 530 euro al mese dal 2019 e il 2027 in aumento del 21,08%. Per scuola, istruzione e ricerca sarebbero 400 euro in più (+16,57%) e per le funzioni locali 395 euro (+16,68%).

Gli aumenti sono «in linea con l’inflazione»

Gli aumenti degli stipendi sono, in un arco di tempo tra il 2016 e il 2027, «più o meno in linea con l’inflazione». Lo afferma il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, intervenuto in conferenza stampa. Nelle previsioni del Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, l’inflazione (Ipca al netto degli energetici importati) è stimata al 25,4% nell’intero periodo 2016-2027. Resterebbero meno allineate con l’inflazione, secondo i numeri riportati sopra, le retribuzioni attese per scuola, istruzione e ricerca (20,1%) e funzioni locali (20,2%). «Le funzioni locali sono in sofferenza, non perché hanno avuto meno soldi nei rinnovi dei contratti, ma perché non ha disposizione di leggi specifiche e questo è un dato di fatto, ma il contratto va visto anche sulla parte normativa che secondo me è di grande rilevanza», ha detto Naddeo.

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