Storie Web giovedì, Marzo 13
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Durante un incontro nello Studio Ovale con il primo ministro irlandese Michael Martin, un giornalista gli ha chiesto conto della proposta americana di “espellere i palestinesi da Gaza”. Trump è intervenuto direttamente, smentendo l’ipotesi: “Nessuno sta espellendo i palestinesi”.

In un apparente ammorbidimento della sua posizione sulla Striscia di Gaza, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato ieri che il suo piano per il Medio Oriente non prevede l’espulsione dei palestinesi dall’enclave sotto assedio da parte di Israele. Durante un incontro nello Studio Ovale con il primo ministro irlandese Michael Martin, un giornalista gli ha chiesto conto della proposta americana di “espellere i palestinesi da Gaza”. Trump è intervenuto direttamente, smentendo l’ipotesi: “Nessuno sta espellendo i palestinesi”.

Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha accolto con favore le parole di Trump: “Se le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Trump rappresentano un ritiro da qualsiasi idea di sfollare la popolazione della Striscia di Gaza, sono benvenute”, ha affermato Qassem. “Chiediamo che questa posizione venga rafforzata obbligando l’occupazione israeliana a implementare tutti i termini degli accordi di cessate il fuoco”, ha aggiunto.

Nelle scorse settimane una serie di annunci da parte di Donald Trump, e anche un inquietante video generato con intelligenza artificiale, aveva scatenato un’ondata di rabbia in tutto il Medio Oriente (e oltre). Il capo della Casa Bianca aveva infatti proposto l’acquisizione di Gaza da parte degli Stati Uniti e ha indicato che la popolazione palestinese di quel territorio devastato dalla guerra sarebbe stata deportata in modo permanente nei Paesi vicini. In seguito, sempre secondo il “progetto” di Trump, Gaza sarebbe diventata “la Costa Azzurra del Medio Oriente”, con hotel di lusso, ristoranti e locali dove dedicarsi ai piaceri della vita, ignorando la catastrofe delle decine di migliaia di morti causati da Israele nell’ultimo anno e mezzo.

Cos’è il piano arabo di ricostruzione di Gaza e perché potrebbe evitare la deportazione dei palestinesi

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L’apparente dietrofront di Trump è arrivato dopo un vertice – ieri – tra i ministri degli esteri arabi, che si sono incontrati in Qatar con l’inviato statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff, per discutere della ricostruzione di Gaza. Presenti alla riunione i rappresentanti diplomatici di Qatar, Giordania, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e il segretario generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina.

Sabato scorso, l’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC), composta da 57 stati, ha formalmente adottato un piano per Gaza avanzato dalla Lega araba in una riunione di emergenza in Arabia Saudita. L’iniziativa, guidata dall’Egitto, è emersa come una proposta per ricostruire la Striscia di Gaza sotto la futura amministrazione dell’Autorità Nazionale Palestinese in risposta alla minaccia di Trump di prendere il controllo di Gaza e svuotare il territorio dei suoi residenti.

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