Storie Web mercoledì, Marzo 12
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Fabio Capello non ha nascosto il suo disappunto su uno dei tecnici più stimati dell’ultimo ventennio della storia del calcio: “Non nego che sia stato rivoluzionario come Cruijff o Sacchi, ma la sua presunzione non la sopporto. Inventa sempre qualcosa per far dire che ha vinto lui, non i suoi giocatori”

Fabio Capello non ha molta considerazione di Pep Guardiola e ha espresso il proprio pensiero sul tecnico oggi al Manchester City senza veli. Il 78enne ex allenatore, oggi stimato opinionista sportivo, ha spiegato cosa pensa realmente del catalano, ultimamente ridimensionato dai pessimi risultati in Premier e in Champions. Ma per tutti considerato sempre e comunque tra i più grandi in panchina: “Non mi piace la sua arroganza, vuole mettere sempre del suo per dire che ha vinto lui e non i giocatori”. 

Capello e Guardiola ai tempi della Roma: “Gli dissi, inizia a correre poi puoi parlarmi”

Il dissapore arriva da lontano per Fabio Capello, oramai datato 25 anni fa quando il Guardiola giocatore aveva deciso di concludere la propria carriera sui campi italiani, tra cui quello dell’Olimpico con la maglia della Roma sulla cui panchina c’era proprio “Don Fabio”. Che non gradiva l’atteggiamento di Pep in campo a tal punto d infastidirlo: “Non abbiamo discusso proprio di nulla ai tempi della Roma. Una volta venne a spiegarmi come avrei dovuto svolgere il mio lavoro. Gli risposi: “Vai prima a correre e poi vieni qui a parlarmi”. Un aneddoto che rimarca l’incompatibilità dei due caratteri: “Lui praticamente camminava in campo e non potevo certo schierarlo di fronte ad altri compagni di squadra che facevano cose molto migliori rispetto a lui. Senza ulteriori indugi. Fine del dibattito”.

“Odio la sua arroganza, inventa sempre qualcosa perché si dica che vince lui non i giocatori”

Ma per Capello non è stato solo il Guardiola in campo a infastidirlo, anche il suo modo di pensare al calcio, di atteggiarsi e di guidare le squadre. Come allenatore, quasi controcorrente, l’ex Barcellona non ha mai entusiasmato Capello, anzi: “Sai cosa non mi piace di Guardiola? La sua arroganza. La Champions League vinta con il Manchester City è stata l’unica in cui non ha tentato nulla di strano nelle partite decisive. Ma ogni due anni, a Manchester e a Monaco, nelle gare chiave ha sempre voluto essere il protagonista” ha sottolineato Capello.Ha voluto sempre cambiare le cose, provando ad inventare per poter dire: “Non vincono i giocatori, vinco io”. E questa arroganza gli è costata diverse Champions League”

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“E’ stato la rovina del calcio, ma insieme a Cruijff e a Sacchi è stato un rivoluzionario”

Parole pesanti che si aggiungono anche ad un altro concetto: il modo di vedere il calcio da parte di Guardiola in panchina: “Lo rispetto, ma ha causato danni enormi al calcio”. Altra bordata in tackle alto sul catalano: “Tutti hanno passato 10 anni a cercare di copiarlo e questo tentativo ha rovinato ad esempio il calcio italiano, che ha perso così la sua natura. Non abbiamo i giocatori di Guardiola e l’idea radicate che giocare bene fosse solo questo pensiero di continui palleggi, era assurda. Un disastro e anche una noia che ha allontanato molte persone dal calcio con 90 minuti di passaggi e passaggi orizzontali. Fortunatamente, il calcio sta cambiando”. Durissimi giudizi alla fine addolciti dal classico zuccherino: “Non fraintendetemi” ha concluso Capello al Mundo Deportivo, “apprezzo molto anche Guardiola come allenatore, ha fatto cose meravigliose. Ho vissuto tre rivoluzioni nel calcio, una ogni 20 anni circa: l’Ajax di Cruijff, il Milan di Sacchi e il Barcellona di Guardiola. Non ho alcun problema a dire anche questo”. 

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