Storie Web mercoledì, Marzo 12
Notiziario

“Intanto vediamo cosa succederà: proprio oggi c’è una delegazione che ho inviato a Washington per parlare con i responsabili americani della situazione dazi, che sta lavorando in sintonia con la Commissione Ue che ha la competenza esclusiva sugli accordi commerciali”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un convegno a Ravenna, rispetto alla prospettiva di dazi verso l’Ue. “Il governo ha in testa un progetto per cercare di far sì che il nostro export possa continuare ad andare avanti: intanto credo si debba rafforzare la nostra presenza su altri mercati e trovare il modo di dialogare con gli Usa”.

Rafforzare la nostra presenza su altri mercati dal Messico, ai Paesi del Golfo, all’Indonesia, al Giappone, alla Turchia

“Abbiamo in testa come Governo italiano un progetto per cercare di far sì che il nostro export possa continuare ad andare avanti – ha osservato Tajani -: intanto credo che si debba rafforzare la nostra presenza su altri mercati dal Messico, ai Paesi del Golfo, all’Indonesia, al Giappone, alla Turchia e, contemporaneamente, trovare il modo di dialogare con gli Stati Uniti. I nostri prodotti sono tutti prodotti di grande qualità e chi vuole un prodotto italiano lo compra anche se costa di più. L’alta qualità del prodotto italiano – ha concluso Tajani – è una garanzia che ci permette di guardare in maniera non estremamente preoccupata la vicenda dazi”.

Tajani: dazi? Aspettiamo ma il 21 presenteremo contromisure

“La competenza esclusiva del commercio internazionale è dell’Ue, noi possiamo fare valutazioni sull’esportazioni ma il quadro giuridico lo dà l’Ue, poi gli Usa possono decidere quali settore colpire con i dazi. La politica deve ancora cominciare, prepariamoci ma aspettiamo”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a LETexpo a Verona, sui dazi americani assicurando l’impegno italiano a proteggere le imprese italiane. “Il 21 a Villa Madama presenteremo le nostre contromisure”, ha aggiunto

Il possibile impatto sull’Italia

Dal prosecco alle auto di lusso, dai farmaci ai componenti elettronici, l’industria italiana si prepara ad affrontare l’impatto dei nuovi dazi statunitensi, che a partire dal 2 aprile potrebbero sconvolgere gli equilibri del commercio globale. Durante il primo consiglio dei ministri della nuova amministrazione, il presidente americano Donald Trump aveva annunciato l’introduzione di tariffe doganali del 25% sui prodotti europei, una mossa che potrebbe avere gravi ripercussioni per l’Italia. Nel 2024 le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno raggiunto i 65 miliardi di euro, con un surplus commerciale di 39 miliardi. Questo dato rende l’Italia tra i Paesi più esposti a tali restrizioni, considerando che il 22,2% delle sue esportazioni extra-Ue è destinato proprio agli Stati Uniti, una quota superiore alla media europea del 19,7%.

I settori più colpiti

I dazi americani potrebbero costare alle aziende italiane tra 4 e 7 miliardi di euro, come calcolato da Prometeia, istituto che si occupa di previsioni economiche . Il colpo sarà particolarmente duro per quattro settori che esportano molto negli Stati Uniti: le bevande italiane, che vendono il 39% della loro produzione sul mercato USA, le automobili (30,7%), altri mezzi di trasporto come yacht e moto (34%) e i medicinali (30,7%). Il vino italiano, soprattutto il prosecco che negli ultimi anni è diventato molto popolare in America, sarà tra i prodotti più penalizzati. Anche le borse, le scarpe e gli altri beni di lusso made in Italy dovranno affrontare prezzi molto più alti per i consumatori americani. Lo stesso vale per i macchinari industriali, che da sempre rappresentano un punto di forza dell’export italiano. La situazione, secondo le previsioni di Sace (l’agenzia che assicura le esportazioni italiane), diventerà più grave dal 2026, quando l’impatto annuale sull’export potrebbe arrivare a 6,8 miliardi di euro. A rendere il quadro ancora più complesso è la questione delle piccole e medie imprese, che rappresentano l’ossatura del sistema produttivo italiano: molte di queste non hanno la capacità finanziaria per assorbire i costi aggiuntivi dei dazi o per trasferire rapidamente la produzione in territorio americano, come invece potrebbero fare le grandi multinazionali.

Condividere.
© 2025 Mahalsa Italia. Tutti i diritti riservati.