BRUXELLES. Il confronto dell’Unione europea con gli Stati Uniti non si limita al commercio o al futuro dell’Ucraina. Ieri i ministri delle Finanze della zona euro hanno affrontato un altro tema controverso: il ruolo delle cripto-valute. La preoccupazione è evidente in Europa dopo la presentazione a Washington di due proposte di legge che dovrebbero, secondo le intenzioni, liberalizzare un mercato in crescita (malgrado il calo di questi ultimi giorni). Si fa urgente la nascita di un euro digitale.
Definendo «molto importante» la discussione di ieri tra i ministri, il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe ha spiegato: «Il mercato delle cripto-valute sta evolvendo politicamente e tecnologicamente molto rapidamente». Sul tavolo non c’è altro che «l’autonomia strategica» dell’Unione europea così come «la forza della nostra valuta». In buona sostanza il rischio è di assistere a nuovi travasi di risparmio dall’Europa verso gli Stati Uniti, con un indebolimento strutturale dell’euro.
Prima ancora del suo ritorno alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump aveva cavalcato l’idea di promuovere le cripto-valute, creando anche una propria medaglia celebrativa venduta su Internet. Già allora le autorità europee avevano espresso preoccupazione (si veda Il Sole/24 Ore del 22 gennaio). Nelle scorse settimane sono state presentate due proposte di legge, entrambe hanno a che vedere con le cosiddette stablecoins, ossia le cripto-valute addossate al dollaro o a un’altra moneta.
Le stablecoin
Il principio della stablecoin è semplice: l’emittente deve poter rimborsare l’investimento in qualsiasi momento. Lo STABLE Act ha regole più rigide quanto alla riserva obbligatoria, permettendo tuttavia di utilizzare una panoplia di strumenti per rimborsare l’investimento: depositi assicurativi, titoli di Stato a breve termine, operazioni di pronti-contro-termine e anche riserve bancarie. Il GENIUS Act permette alle società emittenti di utilizzare per il rimborso strumenti di mercato monetario.
Le proposte di legge sono in genere piuttosto lasche, e provocano il rischio di disallineamento con le regole europee del MiCA (Markets in Crypto-Assets Regulation), entrate in vigore nel 2023. Due le principali differenze con l’impianto regolamentare europeo: da un lato le proposte americane prevedono una remunerazione; dall’altro permettono alle società emittenti di depositare il denaro sui conti della Federal Reserve. I pericoli, agli occhi delle autorità europee, non mancano.