Elon Musk a tutto campo su X, dalla Nato, alleanza dalla quale gli Stati Uniti «dovrebbero uscire» perché «non ha senso che l’America paghi per la difesa dell’Europa», a Starlink, «spina dorsale» della difesa ucraina. «Se lo disattivo», ha scritto, «la loro prima linea crollerebbe». Precisando poi che non ha però alcuna intenzione di farlo.
Da Varsavia il ministro degli Esteri Radosław Sikorski il tycoon annuncia che «se SpaceX si dimostra inaffidabile saremo costretti a cercare altri fornitori». Il segretario di stato americano Marco Rubio replica: «Senza Starlink i russi sarebbero ai confini della Polonia» e anche Musk risponde a Sikorski: «Stai zitto, ometto. Non c’è niente che possa sostituire Starlink».
La presa di posizione Musk è arrivata mentre gli Usa continuano il loro riposizionamento nella politica internazionale, che li ha portati a imporre un nuovo veto al G7. Dopo lo strappo sul comunicato per i tre anni di guerra e quello all’Onu, dove hanno votato con la Russia contro l’integrità dell’Ucraina, Washington ha chiuso infatti alla proposta del Canada di creare una task force contro la «flotta ombra» delle petroliere russe usata per aggirare le sanzioni. Nelle trattative avviate dai canadesi presidenti di turno del G7 in vista della riunione dei ministri degli Esteri della prossima settimana, i diplomatici americani, secondo indiscrezioni, stanno facendo pressione per rafforzare il linguaggio nei confronti della Cina e diluire invece quello sulla Russia
Da qui il pressing per rimuovere la parola «sanzioni» e riformulare l’espressione relativa alla Russia e alla sua «capacità di mantenere la sua guerra» in Ucraina. Per gli Stati Uniti, che nei quattro anni di Joe Biden hanno preso le redini del G7 e della Nato e le hanno traghettate a difesa dell’Ucraina, si tratta di una netta inversione di tendenza.
L’arrivo di Donald Trump ha infatti stravolto decenni di tradizione di politica estera americana e segnato un’apertura di Washington alla Russia dopo anni di silenzio. Un’apertura che il presidente americano ha motivato con il suo interesse a mettere fine alla guerra, ma nella quale i critici vedono solo concessioni al Cremlino e uno schierarsi dalla parte di Vladimir Putin.