Storie Web venerdì, Febbraio 7
Notiziario

È il link tra vino e spirits e, che lo si apprezzi in purezza oppure miscelato con il Bitter, resta uno degli indiscussi protagonisti dell’aperitivo all’italiana. È (anche) grazie a questa sua doppia attitudine se il Vermouth è tornato alla ribalta. Nel 2024 in Italia se ne sono venduti 4 milioni di litri per 32 milioni di euro di giro d’affari, realizzato per oltre il 56% nel fuoricasa (fonte Circana). Portabandiera di quest’eccellenza storica del made in Italy è il Vermouth di Torino Igp, unico riconosciuto dalla Ue, che dal 2018 ha segnato un +24,7% annuo. Nel 2024 l’Igp ha realizzato oltre 172 milioni di euro di giro d’affari grazie a 5,1 milioni di bottiglie, vendute a un prezzo medio di 25,2 euro contro i 13,9 euro del vermouth generico

“In meno di 10 anni siamo riusciti a coinvolgere la maggior parte dei produttori, grandi e piccoli, accomunati dalla volontà di difendere la categoria e di alzarne l’asticella, grazie a un disciplinare di filiera impostato su severi requisiti di qualità – sottolinea Roberto Bava, presidente del Consorzio, che conta 45 soci, in rappresentanza di oltre il 95% della produzione della Igp – Le nuove produzioni hanno raddoppiato le etichette tradizionali già disponibili, offrendo così una gamma molto più ricca, e determinando nel mondo agricolo l’interesse per nuove coltivazioni di botaniche”.

Presente in più di 80 Paesi, Il Consorzio è molto attivo sul fronte internazionale. Dal 2023 “Vermouth di Torino“ è riconosciuto come marchio di certificazione negli Usa, il principale mercato (assorbe oltre il 60% delle vendite), tuttora in crescita e finora scampato ai dazi governativi. Per “difendere” la primogenitura del vermouth e la sua qualità il Consorzio (che sta per ottenere il riconoscimento erga omnes) si è alleato con altri prodotti a indicazione geografica, come il Pecorino Toscano, il limone di Amalfi e le olive greche, con cui ha appena terminato un progetto triennale, finanziato dalla Ue, incentrato sull’”aperitivo mediterraneo”. Un concetto che piace, come attesta la crescita delle produzioni locali di vermouth, in particolare negli Stati Uniti dove aperitivi e cocktail a base di vino sono considerrate tra le categorie emergenti per il 2025, soprattutto tra i consumatori più giovani, interessati a un bere più “sano”, ossia più amaro e meno alcolico. Lo stesso mood che ne sta guidando la valorizzazione in Italia, con nuove iniziative, come la carta etica firmata da 12 produttori toscani che puntano a ottenere la Igp per il vermouth locale, e i festival itineranti a tema, come quello promosso da F.lli Branca, che ha in portafoglio etichette storiche come Carpano Classico e Punt e Mes.

“La rinascita del Vermouth è guidata da una continua richiesta di prodotti di fascia alta e da miscelazione – afferma Giovanni Marco Esposito, direttore commerciale di Partesa – I nostri dati di sell-out dimostrano un aumento di quasi il 40% a volume dei Vermouth premium, come quello della nostra linea Liq.ID”. Oggi i principali driver di scelta, oltre al brand, sono la qualità degli ingredienti e la loro territorialità, a partire da quella del vino.

Autentico “crossover” tra liquoristica ed enologia, grazie alla sua radice agricola e territoriale e alla varietà di botaniche con cui può essere aromatizzato, il Vermouth riesce a offrire un ampio spettro di declinazioni e si propone anche come attrattore turistico. Lo è già a Torino, dove è nato e si è affermato come bevanda da aperitivo conviviale, grazie a proposte che consentono di scoprirlo in maniera multisensoriale, come Esperienza Vermouth e come le masterclass organizzate presso Casa Martini a Pessione. Dal 2021 Turismo Torino propone il format “Extra Vermouth”, che coinvolge una ventina di locali cittadini dove, al prezzo fisso di 18 euro, si possono degustare tre etichette di Vermouth di Torino Igp in abbinamento a quattro piatti o prodotti tipici piemontesi, come si faceva già a fine Ottocento. Sempre a Torino, il 22-23 febbraio, si terrà la seconda edizione del Salone del Vermouth, evento clou di una settimana di “fuorisalone” con eventi, masterclass e degustazioni. E intanto in cantiere c’è il progetto di una Strada del Vermouth in Piemonte.

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