Storie Web venerdì, Febbraio 7
Notiziario

L’IBA è l’associazione ufficialmente disconosciuta dal CIO, che l’ha svuotata di ogni potere formale e ne ha riconosciuta un’altra, la World Boxing. Ecco perché non sorprende che la pugile algerina sia stata esclusa dai Mondiali, ma adesso sulla scena ha fatto irruzione la posizione del presidente USA, Trump, sui Giochi di Los Angeles 2028.

Imane Khelif non può partecipare ai Mondiali di Boxe femminile in calendario dall’8 al 16 marzo a Nis, in Serbia. Perché? L’IBA (International Boxing Association) l’ha ritenuta ancora una volta non idonea in base agli stessi parametri che nel 2023 brandì per escluderla dalla competizione iridata, un anno prima che il suo caso scoppiasse ai Giochi di Parigi 2024 (dove è stata regolarmente ammessa e ha conquistato la medaglia d’oro).

La questione è sempre la stessa: “Non ha i requisiti di ammissibilità”. L’algerina non è in possesso dei criteri d’idoneità di genere secondo l’organizzazione presieduta dal russo, Umar Kremlev, che il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha ufficialmente disconosciuto e svuotato di ogni potere formale riducendolo a sigla minoritaria. Sospeso nel 2019, lo status di Federazione è stato revocato definitivamente nel 2023 e assegnato a un nuovo soggetto, la World Boxing. È sotto questa egida che dovrà avvenire la piena transizione del mondo dei guantoni. Diversamente, qualora dovessero persistere problemi di governance e ci fossero esitazioni nella galassia delle associazioni tesserate, si potrebbe prefigurare uno scenario catastrofico: l’esclusione del pugilato da Los Angeles 2028.

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Corruzione interna, poca trasparenza, il legame di Kremlev con Putin, sospetti molto forti sulla fondatezza dei test condotti dall’IBA (perché basati su criteri di valutazione cambiati in corsa) hanno portato il CIO a dichiarare “difettosi e illegittimi” quegli esami. Perché? Non esiste prova che Khelif abbia i cromosomi XY propri di un uomo. Anzi, secondo il Comitato Olimpico i valori rilevati rientrano nelle norme generali per essere regolarmente in gara.

Imane Khelif esclusa di nuovo dai Mondiali di boxe, c’è l’annuncio dell’IBA

Cosa vuol dire? Imane ha sì una produzione maggiore di ormoni maschili (testosterone) ma è una donna. Ecco perché arrivò il via libera alla partecipazione della campionessa nord-africana (e della pugile taiwanese Lin Yu-ting) a Parigi 2024 dove è salita sul gradino più alto del podio resistendo alla tempesta mediatica scatenatasi prima e dopo il combattimento con Angela Carini, durato 45″ per abbandono dell’italiana.

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La novità rispetto alla posizione dell’IBA, però, è un’altra. Il caso di Khelif (e non solo) è tornato prepotentemente in auge a causa dell’ordine esecutivo ventilato dal neo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: vietare che atlete transgender partecipino assieme ad altre donne a gare femminili. “Non si può non ricordare le Olimpiadi dell’anno scorso – ha ammesso – dove un pugile uomo ha rubato la medaglia d’oro dopo aver brutalizzato le sue avversarie al punto che una campionessa (Carini, ndr) si è dovuta ritirare. Due donne che hanno completato la transizione hanno finito per vincere due medaglie d’oro”.

Una questione mal posta ed erronea, che alimenta solo confusione considerato che né Khelif né Lin Yu-ting sono atlete transgender ma intersex e iperandrogine. Né a Parigi 2024 sono esistiti casi del genere, che pure appartengono a una materia molto delicata sotto il profilo umano e scientifico: alla nuotatrice transgender, Lia Thomas, venne infatti negata la partecipazione ai Giochi.

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