DeepSeek, la startup cinese il cui modello di intelligenza artificiale ha scosso i mercati globali la scorsa settimana, ha dichiarato che limiterà l’accesso al suo servizio di interfaccia di programmazione delle applicazioni a causa di carenze nella capacità dei suoi server. In un post sul proprio sito web, l’azienda ha dichiarato di aver sospeso la possibilità per i clienti di ricaricare i propri crediti API per evitare un impatto più ampio sui propri servizi. «I valori memorizzati esistenti non saranno interessati», ha aggiunto.
«L’importo della ricarica esistente può continuare a essere utilizzato, per favore capite!», ha detto la società. I servizi di DeepSeek sono stati sommersi dalla domanda a partire dalla fine di gennaio, dopo aver presentato un chatbot di intelligenza artificiale che, a suo dire, può competere con ChatGPT di OpenAI ed è stato sviluppato a una frazione del costo dei prodotti concorrenti. In precedenza aveva limitato le iscrizioni di nuovi utenti alle persone con un numero di telefono della Cina continentale.
Un Ai chatbot troppo a buon mercato
Se da un lato il clamore suscitato dall’ultimo modello di intelligenza artificiale dell’azienda cinese ha scatenato un crollo di mille miliardi di dollari nei titoli tecnologici statunitensi ed europei, dall’altro ha anche stimolato gli sforzi degli Stati Uniti per colmare le lacune nelle restrizioni alla vendita di chip utilizzati per applicazioni di intelligenza artificiale. I funzionari americani stanno verificando se DeepSeek abbia acquistato semiconduttori di Nvidia attraverso terzi a Singapore, aggirando le restrizioni sull’esportazione di chip di Ai in Cina.
DeepSeek, i cui prezzi stracciati avevano allarmato alcuni rivali, ha anche dichiarato nel post che gli sconti per l’accesso al suo modello sarebbero terminati l’8 febbraio. In seguito, l’accesso al modello di chat sarà di 2 yuan per milione di token di input e di 8 yuan per milione di token di output. Quando il modello di ragionamento sarà online, i costi saranno di 4 yuan per milione di gettoni di ingresso e 16 yuan per milione di gettoni di uscita.
Le limitazioni di Australia e Corea del Sud
Del chatbot cinese ormai si parla in tutto il mondo. Il Dipartimento australiano dell’Interno ha per esempio chiesto ai «critical infrastructure operators» di mantenere fuori dei loro sistemi l’app cinese di intelligenza artificiale DeepSeek, dopo che agenzie di intelligence hanno avvertito che il software poneva un «rischio inaccettabile» alla sicurezza nazionale. Il portavoce per gli Interni dell’opposizione conservatrice, James Paterson, ha detto che DeepSeek costituisce un rischio per i loro sistemi e chiede di proibirne l’uso fuori delle rete governativa. Intanto i ministeri della Difesa e del Commercio sudcoreani hanno comunicato il blocco dell’accesso di DeepSeek ai computer di lavoro a seguito di una richiesta all’ente di controllo dei dati di Seul a carico della startup cinese di intelligenza artificiale su come gestisce le informazioni degli utenti.