Storie Web giovedì, Febbraio 6
Notiziario

Buona parte degli obiettivi fissati dal Patto per Napoli vengono rispettati, ma si registrano ritardi nel riordino delle società partecipate e nella vendita di immobili non strategici del patrimonio comunale. A pochi giorni dalla approvazione da parte del Consiglio comunale di Napoli del bilancio preventivo per il 2025 e mentre si definiscono chiariscono alcuni dati del consuntivo 2024, ne parliamo con Pierpaolo Baretta, dal 2021 assessore al Bilancio e uomo chiave della Giunta di Gaetano Manfredi a Napoli, dopo aver ricoperto il ruolo di sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze nei governi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte II.

Il Patto per Napoli, si ricorderà, è stato firmato nel 2022 da Mario Draghi presidente del consiglio e dal sindaco Gaetano Manfredi. In pratica il Governo tendeva una mano alla città che aveva raggiunto un debito mostruoso di quasi 6 miliardi, concedendo un prestito di 1,3 miliardi in venti anni. In cambio, il Governo chiedeva al Comune di adottare un regime molto rigoroso impegnandosi su riscossione di tasse, multe e canoni, aumento dell’Irpef, delle entrate in generale, razionalizzazione del patrimonio.

PIERPAOLO BARETTA

Avete fatto i compiti che vi sono stati assegnati assessore?

Direi di si. Siamo al passo con i risultati richiesti in termini contabili e fiscali. Il dato più significativo appartiene al 2024: l’esposizione finanziaria è scesa, nel triennio 2021-2024 di 1 miliardo. Su questo fronte possiamo dire che l’obiettivo posto a questa data è raggiunto al 110%, poiché abbiamo realizzato anche 970 mila euro di attivo nel 2024, 40 nel triennio passato. Il problema è che, per legge, l’attivo finisce nel Fondo crediti di dubbia esigibilità e non può sbloccare spesa corrente.

Con il preventivo 2025 si compiono passi in avanti

L’obiettivo, per il triennio 2025/2027, è di recuperare un ulteriore miliardo e cento milioni circa. Intanto abbiamo ottenuto l’approvazione del bilancio preventivo del triennio 2025-2027 a inizio anno e già questa è una rivoluzione: nel passato si arrivava a luglio con l’esercizio provvisorio. Oggi abbiamo un bilancio per il 2025 che ammonta a 5,6 miliardi, di cui 1,5 destinati alla spesa corrente e 1,3 agli investimenti in opere. Il debito commerciale dimostra un drastico abbattimento dai 371 milioni del 2021 ai 17,8 attuali; mentre i tempi di pagamento sono passati da 174 a 30 giorni. Abbiamo aumentato, come richiesto, l’addizionale Irpef dello 0, 2%, realizzando entrate maggiori del previsto per 1 milione. Ciò può essere dovuto alla lotta alla evasione, oppure possiamo leggerlo come il frutto di un incremento di reddito legato al turismo. Una voce da analizzare più a fondo. Il Comune incasserà 13,5 milioni dai diritti di imbarco di 2 euro a persona, la cui legittimità è stata confermata con una sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalle compagnie aeree. A questo proposito devo sottolineare che i fatti ci danno ragione: la tassa d’imbarco non ha avuto un impatto negativo sui flussi turistici che crescono ancora. Su questi temi abbiamo centrato al 100% gli step imposti dal Patto per Napoli. Il Comune ha assunto 2.600 persone.

Il turismo ritorna nelle sue analisi: insomma, quanto rende alla città?

Provo a fare un ragionamento: se consideriamo l’impatto in termini di Irpef che posso quantificare in un milione, poi aggiungo la tassa di imbarco che vale 13,5 milioni, la tassa di soggiorno che aggiunge altri 21,5 milioni. Il turismo incide anche su Tari, Imu. La valutazione esatta è difficile. Ma certamente l’impatto è significativo e molto positivo.

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