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Notiziario

Iride Acque, pmi con una ventina di collaboratori fondata nel 2015 che si occupa di depurazione delle acque per clienti industriali privati, con sede legale a Parma e operativa a Seregno (Monza Brianza), punta nel 2025 a 5,9 milioni di euro di ricavi dopo aver chiuso il 2023 a 2,4 milioni e con un 2024 che dovrebbe assestarsi sui 3,2 milioni. L’azienda è al lavoro su una cinquantina di progetti per un valore di 20 milioni in un settore in crescita, trainato dalle richieste dell’industria delle moda e del food and beverage e dall’obbligo di rendicontazione Esg delle imprese.

La tecnologia

«Grazie a una tecnologia brevettata, siamo in grado di trattare anche i reflui industriali più complessi, rendendoli riutilizzabili e recuperando componenti chimici utili per i processi produttivi. Questo modello non solo risolve un problema critico per molte industrie, ma garantisce anche significativi risparmi economici e una riduzione dell’impronta idrica», racconta Monica Casadei, presidente del comitato strategico e co-founder di Iride Acque.

«Quella utilizzata da Iride Acque è una tecnologia che trae ispirazione da una soluzione originariamente sviluppata per la depurazione dell’aria, ma adattata e perfezionata per il trattamento dei reflui industriali. Questa innovazione ha permesso di trasformare un processo tradizionalmente molto oneroso in una soluzione accessibile a tutte le aziende che desiderano operare in modo etico e sostenibile. Oggi, depurare le acque reflue non solo è possibile, ma lo è a costi decisamente contenuti», ha aggiunto Matteo Folloni, ceo e co-founder dell’azienda. La tecnologia messa a punto si chiama Emer (Enhanced Magnetic HeterogeneousReactor) e si basa sul processo di ossidazione catalitica. Due i brevetti chiave alla base: uno per la depurazione con ozono e campi magnetici e un altro per un catalizzatore nanotecnologico derivato da batterie esauste. L’azienda ha anche un brevetto in fase di registrazione per il trattamento di reflui contenenti resine.

La crescita

I vantaggi delle soluzioni che Iride Acque porta ai propri clienti: dimensioni ridotte degli impianti, necessità investimenti inferiori, minor consumo di elettricità e produzione di fanghi. Tra i primi impianti di depurazione delle acque reflue realizzati c’è quello per l’InstaFactory di Mutti, impianto produttivo mobile che opera direttamente nei campi. Iride Acque ha installato la propria tecnologia anche per la modenese Tintoria Emiliana e per Panama Trimmings, azienda di Piove di Sacco (Padova) specializzata nella produzione di etichette per la moda.

«Abbiamo osservato tra il 2023 e il 2024 un raddoppio del valore delle commesse. Noi lo attribuiamo a due fattori: da un lato all’approvazione del mercato della nostra tecnologia, dopo i primi impianti costruiti, dall’altro a un trend di interesse, soprattutto sul riutilizzo della risorsa, motivato dalla carenza idrica ma anche dai report di sostenibilità, obbligatori in certe filiere come moda e food and beverage», sottolinea Casadei.

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