Storie Web mercoledì, Gennaio 8
Notiziario

Gli operatori portuali e delle marine turistiche hanno vinto (almeno per ora) la battaglia contro gli aumenti dei canoni demaniali marittimi. Con la sentenza numero 13/2025, infatti, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso proposto da Assiterminal, Assomarinas e Marina di Rimini, più altri riuniti, annullando il decreto ministeriale che disponeva l’incremento dei canoni demaniali marittimi del +25,15%.

In particolare, il collegio dei giudici amministrativi, formato da Anna Maria Verlengia (presidente), Annalisa Tricarico e Pierluigi Tonnara, ha ritenuto fondata la censura di illegittimità del decreto ministeriale, del dicastero delle Inftastrutture e trasporti, «per aver impiegato un indice statistico non contemplato dalla fonte primaria», ovvero per aver sostituito l’indice previsto dal legislatore con altro, del quale ha sancito la diversità.

Il Tar ha, infatti, stabilito che quella sostituzione «finisce in realtà – nel momento in cui è impiegata anche per l’aggiornamento dei canoni demaniali e non per finalità eminentemente statistiche – per violare la scelta del legislatore, per niente neutrale, ma espressione di valutazioni propriamente politiche; scelta che soltanto tale organo può in ipotesi modificare». L’indice applicato dal ministero, insomma, differiva da quello previsto, ossia la media degli indici Istat relativi ai prezzi al consumo, per le famiglie di operai e impiegati e ai valori per il mercato all’ingrosso.

Dichiarando illegittimo il dm impugnato, in quanto non sorretto, a livello normativo, da alcuna scelta politica, il Tar lo ha, di fatto annullato, «unitamente all’ordine di introito emesso a carico» di Marina di Rimini, sottolineano i vertici di Assomarinas (aderente a Confindustria). E «trattandosi di una pronuncia che ha rilevanza e portata generale anche tutti gli atti esecutivi emanati in applicazione del decreto annullato devono intendersi caducati».

I canoni dovranno, quindi, essere rideterminati, chiarisce Assomarinas, «escludendo l’applicazione del +25,15%; e le somme che risulteranno versate, in conseguenza dell’incremento annullato, dovranno andare a scomputo dei canoni a venire». Il presidente dell’associazione, Roberto Perocchio, si dice «estremamente soddisfatto del risultato raggiunto, frutto di un lavoro tenace e costante che ci ha portato a proseguire con convinzione il contenzioso in sede di giustizia amministrativa e a veder accolte le nostre richieste».

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