Storie Web martedì, Marzo 18
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Un’iguana crestata delle isole Fiji (Brachylophus vitiensis) riposa su una palma da cocco. Gli antenati di questi rettili sono arrivati dal Nord America viaggiando per oltre 8.000 km su zattere fatte di vegetazione. Foto di Nicholas Hess

Provate a immaginare questa scena: un gruppo di iguane trascinate dalla furia delle onde che si ritrovano alla deriva nell’oceano Pacifico, aggrappate a zattere di fortuna fatte di tronchi e vegetazione galleggiante. Sembra la scena di un film d’animazione di avventura, eppure è una storia tutta vera. Questa è l’epica traversata che, secondo un nuovo studio pubblicato su PNAS, ha permesso agli antenati delle iguane che oggi vivono alle Fiji di compiere il più lungo viaggio transoceanico mai registrato per un vertebrato terrestre: almeno 8.000 chilometri dal Nord America alle isole Fiji. Così le iguane hanno colonizzato l’arcipelago nel Pacifico del Sud.

Un viaggio incredibile attraverso l’Oceano Pacifico

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I rettili hanno viaggiato attraverso l’Oceano Pacifico viaggiando su tronchi e vegetazione alla deriva

Le iguane sono “marinai” abbastanza famosi e hanno già colonizzato numerose isole navigando su zattere fatte di vegetazione galleggiante. Vengono spesso avvistate su tronchi e detriti mentre solcano il Mar dei Caraibi ed è così che milioni di anni fa hanno colonizzato anche le isole Galápagos partendo dal Centro America, un viaggio in mare di circa 1.000 km. Ma la storia delle iguane delle Fiji è di tutta un altra portata.

Lo studio è stato condotto da biologi dell’Università della California, Berkeley, e dell’Università di San Francisco e dimostra come le iguane del genere Brachylophus, quattro specie oggi diffuse solo alle Fiji e a Tonga, discendono direttamente dalle iguane del Nord America. Questo significa che, più o meno circa 34 milioni di anni fa, un gruppo di antenati di queste iguane si è imbarcato – involontariamente – in un incredibile viaggio attraverso l’Oceano Pacifico.

Un’odissea senza precedenti per gli animali vertebrati

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Cicloni ed eventi climatici estremi hanno trasportato le iguane alle Fiji circa 34 milioni di anni fa, lo stesso periodo in cui l’arcipelago di origine vulcanica stava emergendo dal mare

Ma come è possibile che un rettile terrestre sia riuscito a percorrere almeno 8.000 km in mare aperto? Gli scienziati ipotizzano che eventi climatici estremi, come i cicloni, possano aver abbattuto alberi e trasportato interi gruppi di iguane tra le correnti oceaniche. Questi rettili, che hanno una dieta prevalentemente erbivora, sono molto resistenti e possono digiunare e non bere anche per molto tempo. In alternativa, potrebbero anche essere sopravvissute al viaggio mangiano la vegetazione stessa su cui viaggiavano.

Questa straordinaria odissea, inoltre,  sarebbe avvenuta proprio mentre le isole Fiji, un arcipelago di origine vulcanica, stavano emergendo per la prima volta dal mare. L’arrivo delle iguane su queste nuove terre appena formatesi ha poi dato il via a nuove popolazioni, che col passare del tempo si sono evolute e differenziate dando origine alle specie uniche attualmente viventi. Da quello che sappiamo (se si escludono le specie aliene che viaggiano sulle navi), nessun altro vertebrato ha mai compiuto un viaggio simile.

Il DNA svela una storia antica rimasta nascosta

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I aprenti viventi più stretti delle iguane di Fiji sono le iguane del deserto appartenenti al genere Dipsosaurus diffuse in USA e Messico

In passato, alcuni studiosi avevano ipotizzato che le iguane che oggi vivono alle Fiji potessero essere discendenti di un’antica popolazione, oggi estinta, che in un tempo era molto più diffusa nel Pacifico. Altri, invece, credevano che i rettili potessero essere arrivati alle Fiji attraverso la deriva dei continenti oppure percorrendo collegamenti terrestri oggi assenti, per esempio con l’Antartide e l’Australia. Tuttavia, le analisi genetiche hanno completamente smentito queste teorie.

Per ricostruire questo viaggio, i ricercatori hanno infatti analizzato e confrontato il DNA di oltre 200 iguane e hanno scoperto che il genere Brachylophus è strettamente imparentato con il genere Dipsosaurus, oggi rappresentato per esempio dall’iguana del deserto (D. dorsalis), diffusa tra Stati Uniti e Messico. Questo stretta parentela, inoltre, esclude anche una possibile origine sudamericana, rendendo questo viaggio ancora più epico.

Un futuro incerto per le iguane delle Fiji

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Oggi tutte e quattro le specie di iguane che vivono alle Fiji rischiano l’estinzione. Nella foto di USGS un maschio di Brachylophus bulabula

Oggi, tuttavia, le quattro specie di iguane delle Fiji sono tutte in serio pericolo di estinzione, a causa della distruzione dell’habitat, della predazione da parte di specie invasive portate dagli esseri umani (come i ratti) e delle catture per il traffico illegale di animali esotici da tenere in cattività. Il loro viaggio epico, che rappresenta una delle storie più affascinanti dell’evoluzione, potrebbe avere quindi un epilogo molto triste a causa delle attività umane

Dalle aride terre del Nord America ai paradisi tropicali delle isole Fiji, queste iguane hanno compiuto un’impresa che sfida ogni immaginazione, navigando gli oceani come dei veri e proprio pirati squamati. E chissà, magari proprio in questo momento, da qualche parte nel mondo, un altro gruppo di piccoli animali sta intraprendendo un viaggio altrettanto incredibile, pronto a scrivere un nuovo capitolo nella storia della biodiversità sulla Terra.

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