Storie Web sabato, Dicembre 27
Videocamere lungo il Brenta contro l’abbandono di rifiuti

Due nuove telecamere di videosorveglianza per la lotta all’abbandono illegale di rifuti.

L’iniziativa è di Etra – multiutility a totale proprietà pubblica che opera nel bacino del fiume Brenta, dall’Altopiano di Asiago ai Colli Euganei, compresi l’area del Bassanese, l’Alta Padovana e la cintura urbana di Padova, svolgendo compiti di gestione del Servizio Idrico Integrato e dei rifiuti – e rientra nelle azioni pilota del progetto europeo Interreg Italia-Croazia “Wastereduce”. Il progetto portato avanti in collaborazione con i Comuni rivieraschi, vede la multiutility in prima linea nella ricerca di soluzioni innovative per la riduzione dell’impatto ambientale dei rifiuti nelle aree naturali.

Le criticità

Le videocamere sono state posizionate in punti strategici lungo il corso del fiume Brenta: «Le installazioni riguardano due dei Comuni interessati dal progetto – spiegano da Etra – e recentemente teatro di continui abbandoni di rifiuti. I sopralluoghi in questi territori hanno, infatti, evidenziato una situazione critica almeno su due fronti: da un lato l’accumulo di rifiuti legati ad attività ricreative, come i classici resti di pic-nic e bivacchi lasciati lungo le sponde, dall’altro veri e propri crimini ambientali perpetrati da privati cittadini, con l’abbandono di rifiuti ingombranti e materiali pericolosi».

I nuovi dispositivi sono attivi 24 ore su 24, a dimostrazione di come la tecnologia possa essere al servizio dell’ambiente. La speranza è che le due telecamere fungano da deterrente e da strumento di indagine. Le immagini registrate saranno a disposizione della Polizia Locale competente per territorio, che avrà il compito di visionare i filmati: «D’ora in avanti, grazie a questa collaborazione, sarà possibile identificare i responsabili degli abbandoni e procedere con le sanzioni previste dalla legge, fino alla denuncia penale nei casi più gravi».

Il progetto europeo

L’intervento, nell’ambito del progetto Wasterreduce, si è reso necessario non solo per una questione di decoro urbano, ma prima di tutto per tutelare la salute pubblica e l’ecosistema fluviale. I rifiuti abbandonati, specialmente quelli pericolosi, esposti agli agenti atmosferici rischiano di rilasciare sostanze nocive che si infiltrano nel terreno. Questo fenomeno rappresenta una minaccia diretta per le falde acquifere e per la qualità delle acque del fiume Brenta, patrimonio naturale da preservare.

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