Il bilancio delle vittime della tempesta che ha colpito la Spagna martedì scorso è salito a 217, la maggior parte delle quali nella provincia di Valencia ma continuano senza sosta le ricerche dei dispersi nelle aree ancora invase dal fango, soprattutto quelle sotterranee come i parcheggi, paragonati dai soccorritori a «cimiteri», anche se dopo aver ridotto il livello dell’acqua nel parcheggio del centro commerciale Bonaire, nel comune di Aldaia alle porte di Valencia, c’è la speranza che la tragedia annunciata possa ridimensionarsi. «Si sta facendo un lavoro impressionante per drenare l’acqua. Ma vogliamo ridimensionare le notizie sulla dimensione della tragedia. Non è un parking completo di 5.000 veicoli che è stato sepolto dal fango, era al livello minimo di occupazione. Secondo le prime notizie, sono stati identificati venti veicoli e senza che sia stata rilevata la presenza di vittime», ha affermato a Tve il sindaco di Aldaia, Gullermo Lujan.
Dove invece è cominciato ad emergere l’orrore è nel parcheggio del supermercato Consum a Benetusser, condiviso con vari condomìni adiacenti. Nel pomeriggio di ieri, dopo aver drenato 2,4 milioni di litri di acqua e fango, sono stati recuperati i corpi di almeno due persone, che erano stati individuati nelle prime ispezioni. I sommozzatori militari non danno ancora informazioni sul numero di dispersi, che potrebbero essere rimasti bloccati nel cimitero di fango. Ma secondo i residenti degli edifici potrebbero essere anche una ventina mentre in tanti denunciano fra le lacrime la scomparsa dei propri cari nei continui appelli in tv, nel pomeriggio una nuova allerta rossa meteo per le piogge torrenziali ha di nuovo gettato nel panico gli abitanti dei comuni della cintura sud. Per l’intera giornata la guardia civile ha battuto palmo palmo e con droni dall’alto le spiagge di El Saler e Pinedo, cercando corpi fra i detriti e i tronchi di alberi trascinati alla foce del torrente Poyo.
Il re presiede riunione dell’esercito
Intanto, dopo la rabbia e la protesta esplosa ieri a Paiporta, che ha costretto re Felipe VI e la regina Letizia, con il premier Pedro Sanchez e il governatore di Valencia, Carlos Mazon, a interrompere la visita nelle località più colpite dall’alluvione in Spagna, il monarca ha modificato la sua agenda ufficiale per presiedere la riunione del centro di comando dell’Unità militare dell’esercito (Ume) a Torrejon de Ardoz (Madrid). Nonostante i lanci di fango e oggetti contro la comitiva ufficiale, Felipe VI ha ascoltato le grida di aiuto della popolazione colpita a Paiporta: “Felipe non ci abbandonare”. E ha garantito che «lo Stato in tutta la sua interezza è e sarà presente» nei comuni devastati dalle alluvioni per far fronte alla catastrofe. La visita dei monarchi è stata su loro iniziativa, per esprimere solidarietà alle famiglie colpite, nonostante fosse stata sconsigliata per motivi di sicurezza, secondo fonti governative citate oggi da vari media iberici, fra i quali El Pais.
Ancora allerta piogge, Valencia chiude le scuole
Continua a piovere in Spagna, dove è stato emesso un allerta arancione per il rischio di forti piogge in Catalogna e nelle provincia di Castellon. Qui sono attesi 50 litri di pioggia per metro quadrato in un’ora, forti temporali e il rischio di grandine. Anche le province di Aragona ed Estremadura sono sotto allerta precipitazioni, con livello di rischio giallo. Intanto la città di Valencia e i comuni della sua area metropolitana hanno sospeso le lezioni per oggi a causa delle piogge che colpiscono ancora la provincia e per le restrizioni alla mobilità decretate dalla Generalitat per facilitare il lavoro dei servizi di emergenza.