La mossa di UniCredit di aumentare la sua quota in Commerzbank, che ha ulteriormente alimentato le speculazioni su un’offerta pubblica di acquisto, è stata “non coordinata e ostile”, ha commentato un portavoce del governo tedesco, Wolfgang Buechner. “UniCredit sta ancora una volta adottando misure non coordinate e ostili”, ha sottolineato Buechner, aggiungendo che “attacchi ostili e acquisizioni ostili sono inappropriati nel settore bancario”.
Unicredit oggi ha sottoscritto nuovi strumenti finanziari relativi alle azioni Commerzbank, in linea con l’obiettivo precedentemente dichiarato di raggiungere una quota fino al 29,9%, e ha raggiunto “circa il 28%”. “Unicredit aveva già pubblicamente sottolineato in precedenza di non voler più agire prima delle elezioni federali” ha osservato il portavoce del governo, che ha definito “inappropriato” l’approccio del secondo gruppo bancario italiano. UniCredit, che a settembre ha annunciato a sorpresa di aver acquisito il 9% del capitale di Commerzbank – di cui il 4,5% dallo Stato tedesco – non nasconde il proprio interesse per la seconda banca tedesca in vista di un possibile fusione.
Berlino si è dichiarata da subito contraria a qualsiasi scalata, difendendo l’indipendenza della Commerzbank. Una posizione ribadita anche oggi: lo Stato tedesco “considera i progetti di Unicredit con occhio critico, perché l’integrazione di due grandi banche d’importanza sistemica è sempre accompagnata da notevoli rischi, tra l’altro per i dipendenti” ha dichiarato Buchner.
Il commento: “Il management interessato a una fusione completa ma ci vorrà tempo”
“Assicurandosi una quota maggiore, Unicredit si posiziona per esercitare una maggiore influenza sulla gestione di Commerzbank, limitando al contempo le opzioni strategiche dell’istituto tedesco” commenta Marco Troiano, a capo del Financial institutions Team di Scope Ratings. Inoltre “sebbene UniCredit mantenga una certa flessibilità strategica con la sua partecipazione in Commerzbank, riteniamo – scrive l’analista – che il management sia ancora interessato a una fusione completa. Tuttavia, ci aspettiamo che l’istituto di credito italiano si prenda il tempo necessario per fare la mossa”.
“In primo luogo, deve ottenere l’approvazione normativa per aumentare la sua partecipazione al 29,9% (due terzi dell’attuale quota sono stati costruiti attraverso i derivati). In secondo luogo, potrebbe dover completare l’acquisizione di Banco Bpm, se dovesse andare a buon fine, e l’integrazione. Per questo motivo “non crediamo che ciò avvenga prima della fine del 2025, inizio 2026” evidenzia Troiano. E poi, fondamentale che si ammorbidisca l’opposizione dei sindacati, dei partiti politici e dell’opinione pubblica tedesca. “Riteniamo – viene ancora indicato – che UniCredit si impegnerà a fondo per ottenere il sostegno del maggior numero possibile di stakeholder e per evitare un’acquisizione ostile”.