In attesa del referto dell’autopsia sul corpo di Chistian Rovida, vigile urbano di Gropello Cairoli (Pavia), proseguono anche gli altri accertamenti tra cui gli esami balistici sulla Glock 22 calibro 40. La fidanzata, 19 anni, è indagata ora per omicidio colposo.

È stato solo un tragico errore quello che ha portato alla morte Christian Rovida, 22 anni, vigile urbano in servizio a Mortara (Pavia) che nel pomeriggio dello scorso 17 maggio è stato ferito da uno sparo partito dalla sua arma d’ordinanza: la pistola si trovava nelle mani della fidanzata, 19 anni, che stava maneggiando il dispositivo senza accorgersi che era rimasto ancora un colpo in canna.

Ne sono ormai convinti gli inquirenti, in attesa dell’esito dell’autopsia, dei rilievi balistici e dell’esame Stub per stabilire se e come la giovane abbia sparato con la Glock 22 calibro 40 del compagno poliziotto, mirando per errore proprio in direzione del cuore. La studentessa, che aveva immediatamente chiamato i soccorsi e tentato di rianimare il fidanzato accasciato a terra, si trova ora indagata per omicidio colposo.

Il giorno della tragedia Christian Rovida era appena rientrato a casa dal lavoro, e avrebbe ripreso servizio poche ore dopo. Qui, all’interno della sua abitazione di via Tazio Nuvolari a Gropello Cairoli, era stato raggiunto dalla fidanzata, residente nella vicina Trivolzio. Sembra che lui le stesse mostrato la pistola d’ordinanza, una Glock 40, spiegandole come si utilizza: in questi momenti sarebbe partito il colpo fatale esploso per sbaglio dalla giovane, mentre impugnava il manico dell’arma con la canna rivolta verso il 22enne.

Christian Rovida ucciso per errore dalla fidanzata, l’esperta: “In quella pistola bisogna togliere 3 sicure”

“Stavamo solo giocando con la pistola”, era stata la difesa della ragazza, subito ricoverata all’ospedale San Matteo di Pavia per il forte shock. Un semplice momento di scherzo e complicità casalinga che è costato carissimo a Christian Rovida. “Non sapevo fosse carica“, le sue parole davanti agli inquirenti.

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