Una scommessa, quella della neutralità climatica, con tappe troppo ravvicinate e i cui costi saranno inevitabilmente a carico di imprese e famiglie per scelte, quelle adottate finora, che negano il principio della neutralità tecnologica rispetto agli obiettivi e che appaiono oggi per quello che sono: un sogno irraggiungibile.
Troppo rapida la transizione per l’auto
L’esempio del settore auto, ora saldamente in mano alla Cina, mentre in Europa si chiudono stabilimenti, è il più eclatante: con l’addio al motore endotermico che può arrivare a «vanificare 250 anni di storia, innovazione, brevetti e quindi vantaggio competitivo. Perché la politica non ha solo definito l’obiettivo ma ha anche indicato come raggiungerlo, dando un colpo quasi mortale al maggiore settore manifatturiero del continente».
La proposta è quella di optare per un modello graduale, sostituendo nell’arco di pochi anni i modelli euro 0-5 meno performanti sotto il profilo ambientale, strada che al 2030 garantirebbe risultati migliori rispetto a quelli che si prospettano oggi.
Per competere con il resto del mondo il nuovo governo europeo dovrà cambiare passo e farlo velocemente: gli altri non ci aspettano.
Minacce che arrivano in generale dalle nuove tecnologie dove “non tocchiamo palla”. Un esempio è nell’intelligenza artificiale, dove gli Usa inventano, la Cina copia, l’Europa regolamenta.