Gli Stati Uniti hanno dato un ultimatum al presidente del Venezuela Nicolas Maduro: Washington gli ha offerto un passaggio sicuro per lasciare il Paese e la salvezza insieme alla moglie, al figlio e ai fedelissimi a patto che vada via subito e consenta il ritorno della democrazia. Lo riporta il Miami Herald, citando alcune fonti secondo le quali la telefonata fra Donald Trump e Maduro è stata un ultimo tentativo per cercare di evitare un attacco americano. Un confronto che non ha avuto successo: Maduro si è visto respingere la sua richiesta per un’amnistia generale e per mantenere il controllo delle forze armate come avvenne in Nicaragua nel 1991. Il presidente del Venezuela ha da parte sua respinto al richiesta americana di lasciare subito.

Caracas denuncia gli Usa all’aviazione civile internazionale

Il governo venezuelano di Nicolás Maduro ha denunciato gli Stati Uniti all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao) per “violazione della sua sovranità”, in relazione all’annuncio del presidente Donald Trump di voler chiudere completamente lo spazio aereo venezuelano e le zone circostanti. In una dichiarazione ufficiale, il ministro dei Trasporti, Ramón Velásquez Araguayán, ha accusato Washington di interferire in modo “illecito” nell’aviazione civile venezuelana, in violazione dell’Allegato 17 della Convenzione sull’aviazione civile internazionale. “Lo Stato venezuelano, nell’ambito della sua diplomazia di pace, ha denunciato per iscritto all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile le gravi minacce contro il nostro spazio aereo che mettono a repentaglio la sicurezza in questo emisfero”, ha affermato Velásquez.

Tensione Usa-Venezuela, Trump avverte: “Spazio aereo chiuso”

La Corte penale internazionale chiude l’ufficio di Caracas

La procura della Corte penale internazionale ha annunciato la chiusura dell’ufficio aperto nel 2024 a Caracas, denunciando la mancanza di collaborazione del governo venezuelano nell’inchiesta avviata ufficialmente nel 2021 per verificare la commissione di crimini internazionali e gravi violazioni dei diritti umani da parte delle autorità. Per il procuratore aggiunto Mame Mandiaye Niang, la Corte ha concluso che non esistono le condizioni per un lavoro congiunto. La decisione non inciderà sul procedimento. “L’indagine sui presunti crimini contro l’umanità commessi in Venezuela resta attiva” e proseguirà dalla sede dell’Aia. L’apertura dell’ufficio fu considerata “un’opportunità unica” per avanzare nelle indagini e fornire supporto tecnico al Paese. La chiusura segna ora un cambio di fase nei rapporti tra il governo di Nicolás Maduro e la Corte. In base allo Statuto di Roma, la Cpi può intervenire solo se uno Stato non è in grado o non ha la volontà di investigare i crimini. Il governo di Nicolas Maduro ha sempre sostenuto di disporre della capacità e della determinazione necessarie, rivendicando il principio di complementarità e chiedendo che le indagini restino in ambito nazionale. Il fascicolo sul Venezuela fu aperto nel febbraio 2018, con un esame preliminare sugli abusi attribuiti alle forze di sicurezza durante le proteste del 2017 e sui casi di oppositori incarcerati. Negli anni, ulteriori denunce di violazioni – comprese quelle successive alle contestate elezioni presidenziali del 2024 – sono arrivate all’Aia, ampliando il dossier sul Paese.

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