Sul fronte del genere, il Rendiconto di genere 2024 dell’Inps conferma un ampio divario: nel 2023 il tasso di occupazione femminile in Italia si è fermato al 52,5%, a fronte del 70,4% degli uomini, con un divario pari a 17,9 punti percentuali. Le assunzioni femminili hanno rappresentato appena il 42,3% del totale. Inoltre, l’instabilità occupazionale colpisce soprattutto le donne: solo il 18% delle loro assunzioni è a tempo indeterminato, contro il 22,6% degli uomini.

Spagna: il divario si riduce, ma resta

In Spagna il quadro appare meno critico rispetto all’Italia, ma il divario di genere non è stato ancora superato. Nel 2024, il tasso di occupazione per le donne tra i 16 e i 64 anni è stato del 62,6%, contro il 71,8% degli uomini, con un divario di 9,2 punti percentuali, in calo rispetto ai 10,8 punti del 2015. Il miglioramento c’è stato, anche grazie a politiche attive: aumenti del salario minimo, riduzione dell’orario lavorativo a parità di retribuzione e riforme per la stabilità contrattuale, tutte misure che hanno beneficiato soprattutto le donne.

Tuttavia, persistono criticità legate alla cura familiare: il 15,1% delle donne inattive dichiara di non lavorare per occuparsi di figli o familiari, contro appena il 3,5% degli uomini. E il divario salariale, pur in diminuzione, si attesta ancora all’8,7%.

Le disuguaglianze colpiscono anche le persone con disabilità: nel 2023 il loro tasso di attività era del 35,5%, circa la metà rispetto alla popolazione generale (78,5%).

Lituania: equità apparente, ma con forti disparità regionali

Se guardiamo alla Lituania, i dati mostrano una sostanziale parità nel numero assoluto di uomini e donne occupati (722.600 uomini e 725.200 donne nel 2025). Tuttavia, il tasso di disoccupazione femminile (8,7%) resta più alto rispetto a quello maschile (8,2%), con forti divari territoriali: a Visaginas la disoccupazione femminile supera il 12%, mentre a Neringa si ferma al 2,5%.

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