Alcuni siti russi fanno notare la coincidenza, che per Vladimir Putin ha un valore altamente simbolico: il suo secondo colloquio telefonico con Donald Trump avverrà oggi, 18 marzo, 11° anniversario dell’annessione della Crimea alla Federazione Russa. E secondo due fonti citate dal sito di notizie americano Semafor, il riconoscimento della sovranità russa sulla penisola strappata all’Ucraina nel 2014 potrebbe essere una delle concessioni a cui Trump sarebbe disposto per arrivare a un accordo di pace sull’Ucraina. È il preludio di un colloquio su cui scommette anche il rublo: ieri la moneta russa si è rafforzata ancora fino a tornare ai livelli di otto mesi fa, 84,5 rubli per un dollaro.

Il presidente americano si era mostrato ottimista, quando domenica sera ha confermato ai giornalisti che lui e Putin sono pronti a risentirsi. «Nel weekend è stato fatto un gran lavoro – ha detto -. Vediamo se riusciamo a porre fine alla guerra, vediamo se avremo qualcosa da annunciare martedì. Magari sì, magari no: penso però che abbiamo buone possibilità». «Non voglio anticipare i negoziati, ma non siamo mai stati così vicini alla pace – ha ripetuto ieri sera Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca –. E il presidente, come sapete, è determinato a ottenerla».

Questioni territoriali e Zaporizhzhia

A dire di Trump, la conversazione toccherà «questioni territoriali» e «il controllo di centrali dell’energia… Stiamo già parlando di questo, di dividere certi “assets”». Un’altra ipotesi è che il presidente americano si riferisse alla centrale atomica di Zaporizhzhia, in mani russe e in una delle quattro regioni ucraine che la Russia, pur occupandone solo una parte, si è annessa dopo l’invasione.

Considerazioni su cui il Cremlino non ha aiutato a fare luce. Confermando l’appuntamento telefonico, il portavoce Dmitrij Peskov si è limitato a dire che tra i temi in agenda ci sarà sicuramente la questione della «regolazione» ucraina: «Non anticipiamo mai gli avvenimenti – ha chiarito Peskov -. E il contenuto delle conversazioni tra i due leader non può essere oggetto di discussione a priori».

Ucraina-Russia, tutti i nodi sulla via in salita della pace

Il nodo del cessate il fuoco

In realtà, da Putin si attende una risposta più chiara all’idea di americani e ucraini di un cessate il fuoco che per 30 giorni permetta di impostare l’avvio del negoziato. Proposta a cui settimana scorsa il presidente russo aveva voluto mostrarsi favorevole, pur sollevando pesanti obiezioni sul modo in cui metterla in pratica. Dopo uno scambio di messaggi tra lui e Trump, affidati all’inviato Steve Witkoff, e dopo aver ripreso in mano il controllo quasi totale sulla regione di Kursk, occupata dall’estate scorsa dagli ucraini, Putin oggi dovrebbe scoprire meglio le proprie intenzioni.

Condividere.
Exit mobile version