Un accesso ai mercati finanziari più efficiente, veloce e democratico. È questa la promessa principale delle tante innovazioni che stanno rivoluzionando il fintech, secondo Juan de Palacios Sanz, chief strategy and product officer di Allfunds, società di servizi tecnologici per le società di gestione patrimoniale e di distribuzione di fondi comuni. Una vera e propria rivoluzione in corso su molteplici fronti, a partire dalla tokenizzazione degli asset: ovvero, la pratica di rappresentare dei titoli finanziari sotto forma di oggetti digitali archiviabili e trasferibili tramite blockchain, che sta rendendo più accessibili i mercati privati e alternativi, prima riservati agli investitori istituzionali e professionali.

«È in atto una democratizzazione dei mercati privati», afferma de Palacios Sanz. «Osserviamo una graduale riduzione delle soglie minime di investimento, il più delle volte fissate a 25mila euro o 10mila nel caso degli Eltif 2.0». Il risultato? Se fino a un paio di anni fa c’erano pochi istituti che acquistavano fondi privati, oggi Allfunds riscontra interesse da tutte le principali banche di grandi e medie dimensioni in Italia, indirizzati oggi anche a clienti privati di fascia alta e non solo a investitori professionali. Anche per questo, nel corso del 2025 la società pianifica di mettere a disposizione dei wealth manager 30 fondi semiliquidi gestiti da 20 operatori specializzati. Un mercato con un enorme margine di crescita e di cui oggi è possibile soddisfare la domanda proprio grazie all’innovazione tecnologica.

La tokenizzazione degli asset privati è solo una delle innovazioni tecnologiche che, insieme, stanno cambiando il retroscena B2B del mondo finanziario. Non tutte le novità sono emozionanti come lascerebbero pensare i titoli più altisonanti, ma ognuna ha il potenziale per generare ricadute positive anche per gli investitori finali. Ad esempio, nella visione di Allfunds la blockchain permetterà di ridurre significativamente i tempi di trasferimento degli asset da una banca a un’altra, da un mese a 5-10 giorni, consentendo ai clienti di cambiare intermediario più rapidamente. «L’innovazione richiede tempo ma, man mano che si diffonde tra gli operatori, genera efficienza e risparmi», specifica de Palacios Sanz.

Anche su temi caldi come l’intelligenza artificiale, la narrativa stessa è cambiata: «Siamo passati dall’idea di un ‘advisor robot’ a un “robot per gli advisor”; ovvero, una tecnologia in grado di supportare i consulenti nel loro lavoro, fornendo informazioni più rapidamente e migliorando la trasparenza», aggiunge de Palacio Sanz. Così, con il supporto dell’intelligenza artificiale e di altri strumenti di analisi dati, i clienti potranno accedere a report personalizzati e a informazioni in tempo reale o quasi, senza dover attendere di ricevere passivamente le comunicazioni mensili di distributori e gestori. La stessa Allfunds ha lanciato, alla fine del 2024, la piattaforma Ana basata sull’intelligenza artificiale e pensata per supportare case di gestione e distributori nello screening e nel confronto tra fondi di investimento.

Il prossimo passo, previsto per il 2025, consisterà nel lancio di una nuova piattaforma, questa volta dedicata agli exchange-traded products (Etp), prodotti indicizzati in cui rientrano anche gli Etf. «Abbiamo aspettative molto alte, perché credo che risolveremo un problema enorme nel business degli Etp, che è l’assenza di una distribuzione strutturata», aggiunge de Palacios Sanz. «Oggi ci sono molti Etf innovativi che permettono di investire in bitcoin, in Clo, in tematici… tutto ciò che si può immaginare. Ma sinora mancava un ambiente unico di distribuzione multi-prodotto che racchiudesse fondi comuni, investimenti alternativi ed Etp, e soprattutto informazioni sui prodotti. Questa è una delle innovazioni che vogliamo portare, e crediamo che offrirà agli advisor, e ai clienti finali, più scelte di investimento».

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