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Notiziario

Il Senato ha dato il via libera alla fiducia sul dl Fiscale collegato alla manvora, che ora passa alla Camera. Tra le novità la riapertura dei termini per il concordato, l’allargamento della platea del bonus Natale e il rinvio del secondo acconto Irpef per le partite Iva. Salta invece, il taglio del canone Rai che aveva diviso la maggioranza.

Dopo discussioni e tensioni, l’aula del Senato ha dato il via libera alla fiducia, posta dal governo, sul decreto Fiscale collegato alla manvora, con 100 voti a favore, 46 contrari e un astenuto. Il provvedimento ora passerà alla Camera per l’ok definitivo e una volta approvato, andrà convertito in legge, entro il 18 dicembre.

Tra le novità, spiccano la riapertura dei termini per aderire al concordato preventivo biennale, fino al 12 dicembre, la proroga a gennaio 2025 del versamento della seconda acconto Irpef, che potrà essere pagato in cinque rate, e l’allargamento della platea dei beneficiari del bonus Natale.

Si allarga la platea del Bonus Natale, a chi spetta il contributo da 100 euro

Con un emendamento al decreto si è allargata la platea degli aventi diritto al bonus Natale, il contributo una tantum fino a 100 euro erogato assieme alla tredicesima per i lavoratori dipendenti che rispettano i requisiti.

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Il dl ha  esteso il beneficio a tutti coloro che hanno almeno un figlio a carico (inclusi genitori single, divorziati o separati)  e reddito inferiore a 28mila euro, rimuovendo così il limite del “coniuge a carico”. Si tratta di una modifica che dovrebbe ampliare la base dei beneficiari a 4,5 milioni di persone.

Il testo ha introdotto però un altro paletto. All’interno di una coppia in cui entrambi rispettino i requisiti, il bonus non è cumulabile e cioè solo uno dei due potrà richiedere i 100 euro. 

Confermato il rinvio del secondo acconto Irpef per le partite Iva

È stata confermata la proroga del pagamento del secondo acconto Irpef, che potrà essere rateizzato. La scadenza era prevista per il 2 dicembre, ma ora le partite Iva avranno tempo fino al 16 gennaio per saldare il pagamento.

Il secondo acconto Irpef potrà essere versato anche in cinque rate, fino a maggio, da pagare entro il 16 di ogni mese.

Riduzione delle liste d’attesa: quali sono le novità

Il decreto interviene anche per accorciare i tempi delle liste d’attesa per visite e prestazioni sanitarie. Nello specifico, dispone che le risorse non spese erogate alle Regioni durante l’emergenza Covid  potranno essere utilizzate “entro e non oltre il 31 dicembre 2025 per garantire l’attuazione dei Piani operativi per il recupero delle liste d’attesa”.

Cosa prevede il decreto fiscale sul payback farmaceutico

Via libera anche alla norma che dispone un riequilibrio regionale delle risorse del payback farmaceutico, ovvero quel sistema che impone alle aziende fornitrici di dispositivi medici di restituire una certa quota del loro fatturato quando superano i tetti di spesa sanitaria previsti per ogni Regione.

L’emendamento  presentato da Fratelli d’Italia è stato appoggiato anche dal Partito democratico e fissa nuovi criteri perla redistribuzione delle risorse legate al payback sanitario. I nuovi paletti terranno conto non solo del numero degli abitanti di ogni Regione, ma anche dell’entità dello sforamento.

Bocciato il taglio del canone Rai: tornerà a 90 euro

Alcune misure invece, come la conferma per il prossimo anno del taglio del canone Rai, da 90 a 70 euro, non sono passate. In particolare, l’emendamento della Lega è stato bocciato in Commissione bilancio dopo la decisione di Forza Italia di schierarsi con l’opposizione e di votare contro l’emendamento.

Non è da escludere però, che il taglio di 20 euro venga riproposto. Il Carroccio potrebbe provare reintrodurlo tramite un emendamento alla legge di bilancio, che potrebbe tuttavia causare nuove tensioni fra gli alleati. Contrasti sgraditi da Palazzo Chigi che punta a ricompattare la maggioranza in vista dell’approvazione della manovra.

Si riaprono i termini del concordato: adesioni fino al 12 dicembre

Ci sarà tempo fino al 12 dicembre per aderire al concordato preventivo biennale, una sorta di accordo con il Fisco tramite cui le paritite Iva possono sapere in anticipo quante imposte dovranno pagare per i prossimi due anni.

Inizialmente il termine era stato fissato al 31 ottobre, ma la finestra è stata riaperta per consentire a più contribuenti di aderirvi. Il governo, in base a quanto si riuscirà a incassare dal concordato, valuterà se ci sono i margini per l’annunciata riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per coloro che si trovano nella seconda fascia di reddito, quella dai 28mila ai 50mila euro.

Cosa cambia per il 2xmille ai partiti

Un’altra importante novità riguarda il tetto per i 2xmille ai partiti, che aumenterà di 4,6 milioni. Il sistema vigente fissa a 25 milioni il limite massimo degli incassi ricavabili dal 2Xmille. Con il ritocco, le risorse arrivano a circa 30 milioni.

Negli scorsi giorni la questione del finanziamento ai partiti aveva tenuto banco, dopo l’iniziativa del governo di far confluire nelle risorse del 2Xmille anche le quote di quei contribuenti che non scelgono di devolvere il proprio 0,2% dell’Irpef a nessun partito.

Tale modifica avrebbe difatti ripristinato il finanziamento pubblico e per  questo il Quirinale è intervenuto, fermando i lavori.  Secondo il capo dello Stato infatti, la riforma non può essere introdotta con un semplice emendamento ad un decreto ma richiede un’analisi diversa e approfondita.

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