La frequenza
I dati di sintesi: c’è vita dopo la diagnosi. Il tumore diagnosticato più di frequente in Italia nel 2024 è il carcinoma della mammella (53.686 casi), seguito dal colon-retto (48.706), polmone (44.831), prostata (40.192) e vescica (31.016). Nel 2022, in Italia, sono stati stimati 35.700 decessi per cancro del polmone, 24.200 per il colon-retto, 15.500 per la mammella, 14.900 per il pancreas e 9.900 per lo stomaco. Nel 2024 si stima siano 3,7 milioni circa gli italiani che vivono dopo una diagnosi di tumore.
Il 6,2% dell’intera popolazione – si legge nel volume – pari a un italiano su sedici. Di questi 3,7 milioni, il 56% sono donne (oltre 2 milioni) pari al 6,8% della popolazione femminile mentre sono oltre 1,6 mln gli uomini, pari al 5,6% di tutti i maschi in Italia. Il tumore al seno è in assoluto la neoplasia più frequente (925.406 donne), riguarda quasi la metà (il 45%) di tutte le donne che vivono dopo una diagnosi di tumore. La seconda sede più frequente – la prima tra gli uomini – è il tumore della prostata con 484.882 persone che vivono dopo la diagnosi. Le altre sedi più frequenti sono colon-retto (442.634), vescica (300.246, in gran parte uomini), tiroide (235.989, per lo più donne) e melanomi (221mila). Le prime sei sedi di tumore corrispondono al 71% delle persone che oggi vivono dopo una diagnosi di cancro.
Gli squilibri territoriali
In generale, i dati dei registri tumori indicano un costante aumento della prevalenza, cioè del numero di persone che vivono dopo la diagnosi, pari a circa +1,5% l’anno nell’ultimo decennio. «La metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire – avvisa Diego Serraino, direttore Epidemiologia oncologica e registro tumori del Friuli Venezia Giulia, Cro Irccs di Aviano -. E’ evidente il ruolo della diagnosi precoce nell’aumentare la probabilità di superare definitivamente la malattia».
Nel 2023 il Ssn ha invitato quasi 16 mln di persone a sottoporsi a screening pari a oltre il 90% della popolazione interessata ma, come ricorda Paola Mantellini che dirige l’Osservatorio nazionale screening, «vanno ridotte le differenze tra le aree del Paese. Per la mammografia la copertura raggiunge il 62% al Nord, il 51% al Centro e il 31% al Sud; per lo screening cervicale il livello di copertura è pari al 57% al Nord, al 45% al Centro e al 35% al Sud; per lo screening colorettale si scende ovunque: 45% al Nord, 32% al Centro e 15% al Sud».
Epidemia tra i giovani? Non in Italia
La notizia davvero buona che emerge da “I numeri del cancro 2024” è la smentita secca di una “epidemia di tumori” con balzo di mortalità nelle fasce giovani della popolazione, riportata nei mesi scorsi e che risentiva di dati epidemiologici mondiali sovrastimati che non tenevano conto dei diversi fattori demografici, epidemiologici e di capacità di risposta dei sistemi sanitari. Dei quasi 10 milioni di morti oncologiche ogni anno in tutto il mondo, il 10,5% avviene in giovani adulti, cioè persone tra 20 e 49 anni. In Europa, dove le popolazioni sono più vecchie, le morti per cancro in giovani adulti rappresentano il 4,3% di tutti i decessi oncologici nel 2022.