In qualche caso la produzione non è mai terminata. In altri si sono cercate altre soluzioni e impieghi per le gallerie e i pozzi scavati sottoterra. In altri ancora l’opera dei minatori è diventata meta turistica. E in questo scenario, forte della spinta sulla necessità di reperire “materie prime critiche”, emerge il fenomeno “si torna in miniera”.
Le giornate delle miniere
Sono le diverse vite delle miniere sparse per l’Italia e che sono state raccontate in oltre trenta appuntamenti che si sono svolti in 13 regioni italiane nel corso della XVII edizione della Giornata nazionale delle miniere promossa da Remi, Ispra in collaborazione con altre organizzazioni il 24 e 25 maggio.
I siti ancora in funzione
Attualmente, secondo un censimento dell’Ispra, sono 76 le miniere ancora attive in Italia e solo in 22 si estraggono i materiali che rientrano nell’elenco delle 34 Materie Prime Critiche dell’Ue. In 20 di queste, si estrae feldspato, minerale essenziale per l’industria ceramica. A quelle ancora funzionanti si sommano quelle in sonno, ossia dove ancora l’infrastruttura è buona e si lavora per una riapertura. Succede a Gorno in provincia di Bergamo dove l’australiana Altamin porta avanti un piano per riattivare la miniera di piombo e zinco. E avviene anche in Sardegna dove la mineraria Gerrei è all’opera per rilanciare il sito si Silius dove si estraeva, sino alla fermata, fluorite e in cui dovrebbe esserci un potenziale di “terre rare”.
Pozzi e gallerie per altri utilizzi
In alcuni siti, con le infrastrutture funzionanti, si lavora per intraprendere nuove attività sfruttando le gallerie e le verticali dei pozzi. Come in Trentino dove, nella miniera di San Romedio, dove si estraeva la dolomia, usata per il cemento, il calcestruzzo, calce naturale e come materia prima per l’industria siderurgica.
In Sardegna un progetto analogo è stato presentato nella miniera di piombo e zinco di San Giovanni (in sonno dagli anni 90). Ci sono poi altri progetti che puntano a sfruttare le infrastrutture minerarie: è il caso dell’Einstein Telescope a Lula per lo studio delle onde gravitazionali e poi il progetto Aria, per ricavare isotopi rari dalla distillazione dell’aria nella verticale dei pozzi della miniera di Carbone di Nuraxi Figus in fase di dismissione.