Storie Web venerdì, Aprile 26
Notiziario

Urne aperte in Turchia, dove milioni di elettori sono chiamati a esprimere il loro voto per le elezioni amministrative. Si tratterà, secondo gli osservatori, innanzitutto di un test per valutare la popolarità del «sultano» Recep Tayyip Erdogan dopo la vittoria alle presidenziali dello scorso anno. Il voto si sta svolgendo in un clima di tensione, con i primi scontri e vittime già registrate nella zona meridionale del Paese. Una persona è morta e undici sono rimaste ferite in scontri con pistole, bastoni e pietre durante le operazioni di voto nel distretto rurale di Agaclidere a Diyarbakir, nel sudest della Turchia. Lo riportano i media locali.

L’occasione di rivincita per il «Sultano»

Per il partito Giustizia e Sviluppo (Akp) di Erdogan le elezioni rappresentano una ghiotta opportunità di rivincita dopo la debacle delle amministrative di cinque anni fa, quando venne sconfitto in tutte le città chiave, a partire da Istanbul ed Ankara. Per l’opposizione, uscita a pezzi dalle presidenziali, è invece l’occasione per rialzare la testa. Gran parte del risultato finale dipenderà dall’esito delle consultazioni a Istanbul. Alle ultime elezioni locali, l’opposizione unita strappò la metropoli sul Bosforo dopo 25 anni di potere ininterrotto al controllo del partito di Erdogan, che proprio come sindaco di Istanbul iniziò nel 1994 la sua carriera politica.

La perdita della capitale economica del Paese rappresentò un colpo durissimo per il ’Sultano’, che oggi sogna una rivalsa. Per farlo ha scelto di affidarsi a Murat Kurum, 47enne ex ministro dell’Urbanizzazione e dell’Ambiente, che sfiderà il sindaco in carica, Ekrem Imamoglu, un esponente del Partito Popolare Repubblicano (Chp) di centro-sinistra di cui si era parlato con insistenza come possibile sfidante di Erdogan alle presidenziali, prima che una serie di veti incrociati tra le forze di opposizione fecero ricadere la scelta su Kemal Kilicdaroglu. Al contrario della volta scorsa, tuttavia, Imamoglu corre senza il sostegno del Dem, il principale partito filo-curdo della Turchia, e dei nazionalisti dell’Iyi, che schierano propri candidati.

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