Storie Web giovedì, Aprile 25
Notiziario

Elementi di “criticità molto significativi nell’ambito del percorso di presa in carico e gestione” dei pazienti in età evolutiva con disforia o incongruenza di genere all’ospedale di Careggi a Firenze. Su tutti il nodo del percorso neuropsichiatrico e l’utilizzo della terapia farmacologica con triptorelina, il principio attivo che, abbassando la produzione di ormoni sessuali, blocca lo sviluppo puberale. Questi alcuni dei contenuti della relazione della Commissione ispettiva del ministero della Salute che in un audit il 23 e 24 gennaio scorsi presso il personale clinico e la direzione, ha ricevuto i documenti sugli 85 casi trattati a Careggi negli ultimi anni.

Viene lamentata anche la mancata trasmissione all’Aifa dei dati sulla somministrazione di triptorelina e carenze organizzative per il ruolo del neuropsichiatra infantile nella presa in carico e gestione del paziente. Di qui l’invito del ministero alla Regione a porre in essere “una serie di azioni correttive puntualmente individuate”.

Da quarant’anni in molti paesi del mondo si somministra la triptorelina, quando inizia l’adolescenza, per bloccare lo sviluppo in attesa che il minore possa rendersi conto di quale sia il genere a cui sente di appartenere e per gestire la disforia di genere, ovvero quella “condizione che emerge dalla prima infanzia con bambini che si sentono e si comportano come appartenenti all’altro sesso. 

Gli esiti dell’indagine ministeriale sono riassunti nella risposta del ministro Schillaci all’interrogazione parlamentare presentata dal senatore forzista Maurizio Gasparri. Nel documento si rivela anche l’avvio di una istruttoria da parte della procura di Firenze sulla base di un esposto.

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