Per celebrare i suoi primi 60 anni Tombolini ha organizzato un evento nell’anfiteatro romano che si trova a poca distanza dalla sua manifattura di Colmorano, nel comune di Urbisaglia. «Siamo immersi nella storia e nella bellezza, fra il mare e le montagne, e i colori e le forme della nostra terra sono la nostra ispirazione», racconta Silvio Calvigioni Tombolini, direttore commerciale, marketing e comunicazione dell’azienda fondata nel 1964 dal nonno Eugenio e nata come confezionamento di abiti sartoriali. Non a caso, si chiamava “Urbis”.

Nella sua manifattura Tombolini fa tutto: lì arrivano i tessuti (italiani) e le altre materie prime, lì si confeziona, si imballa, si spedisce nel mondo, visto che il 75% del fatturato è generato all’estero. «Il nostro è vero made in Italy, una formula troppo spesso usata a sproposito – sottolinea l’imprenditore -. Se la può adottare anche chi fa in Italia una minima parte della produzione, per quelli come noi è un danno. Restare 60 anni nello stesso territorio vuol dire essere coerente, fare sacrifici, superare fasi complicate, come è stata quella del Covid. Ma oggi c’è grande soddisfazione, perché siamo stati capaci anche di valorizzare il nostro patrimonio e il nostro saper fare».

Pur essendo un’azienda storica del territorio e del settore, Tombolini punta convintamente su ricerca e innovazione: «Nel 2011 abbiamo iniziato a produrre la collezione diventata nel tempo il nostro simbolo e che oggi copre il 70% della nostra produzione, vale a dire la Zero Gravity, caratterizzata dai capi più leggeri al mondo. – prosegue -. Il suo successo deriva dal sapere rispondere alle esigenze dei clienti, che nel vestire cercano sempre di più la qualità, la sartorialità, insieme a comfort e versatilità. La capsule collection lanciata per i nostri 60 anni ha puntato su tessuti superleggeri in cashmere e seta e alla prossima edizione di Pitti Uomo (in programma dal 14 al 17 gennaio 2025, nda) porteremo anche un’altra innovazione, cioè lo smoking più leggero al mondo, per permettere di essere comodi anche in occasioni di estrema formalità».

Look della capsule collection per la PE 2025

Questa leggerezza è anche una risposta alle modifiche che il cambiamento climatico impone ai guardaroba, e che porta il marchio marchigiano (che punta a ricavi per 20 milioni di euro nei prossimi due anni e mezzo) a essere sempre più apprezzato per esempio in Medio Oriente: «Nei prossimi anni investiremo negli Emirati, in Arabia, in Giordania. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo abbiamo aperto due monomarca in Kazakhstan, oltre a uno a Doha in occasione degli ultimi Mondiali di calcio. Abbiamo anche rinnovato il nostro concept store sottolineando con forza il nostro legame con l’Italia, anche portandovi l’olio extravergine di oliva che produciamo nella nostra azienda agricola», aggiunge Tombolini, che proprio in Arabia Saudita ha siglato di recente un importante accordo con la squadra dell’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo e allenata da Stefano Pioli, l’ultima di una lunga lista che nel tempo ha vestito Tombolini e la sua linea sportswear Tmb Running.

Cristiano Ronaldo vestito Tombolini

Il 60esimo della fondazione ha segnato anche l’avvio di un importante progetto sempre dedicato al territorio, la Fondazione Eugenio Tombolini, che ha sede proprio nella manifattura e che ospiterà una scuola di sartoria: «All’inizio del 2025 inizieremo con l’avvicinare i più piccoli al mondo del lavoro, portandoli a visitare l’azienda, in piena sicurezza, per far vedere loro cosa fanno i genitori – nota Tombolini -. È un modo per far capire che la fabbrica non è un luogo dal quale tenersi lontano, ma che può essere canale di conoscenza e fonte di ispirazione, come lo è stato per me e la mia famiglia».

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