Era la fine dell’ottobre 2018, venti ad oltre 200 chilometri all’ora hanno letteralmente devastato le montagne di Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia e Friuli Venezia Giulia: la tempesta di Vaia aveva modificato l’aspetto di una porzione di Alpi e Dolomiti. Risultato: 14 milioni di alberi abbattuti, 8.5 milioni di metri cubi di legname su una superficie di 41.000 ettari di terreno. 

Oggi la maggior parte degli alberi caduti è stata raccolta, rimossa e riutilizzata. “Ma c’è ancora molto da fare – spiega Fabrizio Piccarolo, direttore della Fondazione Lombardia Ambiente – perché la responsabilità è del riscaldamento globale e non è detto che sia finita qui. Noi siamo impegnati ad immaginare un futuro diverso individuando una filiera per il recupero del legname ma soprattutto il ripristino dell’ambiente dove algli alberi vanno aggiunti flora e fauna. Un sistema ecologico capace di ressistere al tempo che cambia”

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