
Fare di Roma una città sempre più all’avanguardia nelle tecnologie digitali: la Camera di Commercio della capitale rilancia così il suo impegno nel promuovere lo sviluppo della capitale. Un’area che anche l’anno prossimo continuerà a crescere più della media nazionale. «Uno dei principali impegni della Camera di commercio di Roma per i prossimi cinque anni sarà quello di dare seguito a un impegno finanziario importante per portare nel Tecnopolo Tiburtino un supercomputer», spiega Lorenzo Tagliavanti, rieletto all’unanimità presidente dell’ente camerale a fine novembre.
«Sui supercomputer, così come sui data center, – prosegue Tagliavanti anticipando i progetti del suo prossimo mandato, il terzo ed ultimo (è alla guida dal 2015) in base allo statuto – si gioca anche l’indipendenza tecnologica del Paese. Il nostro obiettivo è creare una cordata sul supercomputer che coinvolga Regione, Comune, grandi imprese, ministeri competenti, università e centri di ricerca». Sui fondi che la Camera di Commercio metterà sul piatto, Tagliavanti parla di una «cifra importante», ma non anticipa altro, visto che i contatti sono in corso per coinvolgere anche altre istituzioni.
Del resto, come spiega Tagliavanti, «Roma è stata tra le economie più dinamiche post Covid. Dal 2021 al 2024 ci sono stati 118mila occupati in più (+6,8%), il tasso di occupazione 15-64 anni è arrivato al 65,8%, il più alto di sempre. Il tasso di crescita del numero di imprese nel terzo trimestre 2025 è stato doppio rispetto alla media nazionale. Anche l’export, dove Roma in passato era stata pigra, registra ora numeri importanti», con i primi nove mesi 2025 in crescita del 10,5% contro il +3,6% del totale Italia.
Il Giubileo 2025 e i fondi Pnrr stanno poi trasformando la città. «Sul Giubileo c’è stata una concertazione di tutti gli attori coinvolti, comprese le aziende. La prova – sottolinea il presidente – è stata superata. E gli effetti positivi li vedremo nel 2026, quando i turisti altospendenti arriveranno nella capitale grazie al completamento dei 14 nuovi hotel di lusso».
Tuttavia, il presidente della Camera di commercio è chiaro: «Non tutto va bene. Molte nuove imprese sono nate per lavoratori che, pur di non rimanere disoccupati, si mettono in proprio. Sono imprese che dopo due anni chiudono, creano posti di lavoro poco qualificati. Sono attività che aprono soprattutto nella periferia».