In molti la definiscono già la nuova pandemia silenziosa. Batteri killer resistenti ai farmaci antimicrobici che solo in Italia oggi mietono 11mila vittime l’anno – un terzo di tutti i decessi che si verificano nelle corsie degli ospedali – e 35mila in Europa e ben 1 milione in tutto il mondo.

Secondo l’Oms diventerà la prima causa di morte nel 2050. Insomma l’antibioticoresistenza si appresta a diventare il più grande killer grazie a una tempesta perfetta provocata dall’uso massiccio di antibiotici in passato non solo in medicina, ma anche nell’agricoltura e negli allevamenti intensivi.

Un abuso che fa nascere superbatteri che mutano e diventano resistenti, perché – questo il paradosso di questi farmaci – più questi vengono utilizzati, meno sono efficaci.

Diventa cruciale dunque trovare nuovi antibiotici, visto che praticamente dagli anni ottanta non se ne sono visti più e bisogna poi imparare ad utilizzarli nel modo giusto.

L’Italia maglia nera nella battaglia contro i super batteri

In questa battaglia l’Italia sembra poi la più sguarnita in Europa come ha ricordato l’Ecdc (Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie): nel biennio 2022-23 sono stati 430mila i ricoverati che hanno contratto una infezione durante la degenza a causa di questi batteri, l’8,2% del totale dei pazienti contro una media Ue del 6,5%. Peggio di noi solo il Portogallo. E siamo in coda anche per l’uso di antibiotici, somministrati al 44,7% dei degenti contro la media Ue del 33,7 per cento. A cui si aggiunge il dato che sempre In Italia circa 4 bambini su 10 ricevono almeno una prescrizione di antibiotici all’anno. L’impatto sul nostro Ssn è enorme, con 2,7 milioni di posti letto occupati proprio a causa di queste infezioni, con un costo che arriva a 2,4 miliardi di euro l’anno.

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