Negli ultimi anni molti grandi brand hanno cominciato a spostare il proprio interesse sulla fascia di consumatori più giovani, collaborando con influencer su TikTok, star del K-pop o aprendosi alla “gamification”, con l’intento di “coltivare” i clienti del futuro. Non tutti, però ci sono riusciti.
Enrico Maria Sconciaforni aveva individuato nelle teenager un target di riferimento già trent’anni fa: nel 1994, a Roma, aveva co-fondato insieme ad Alessandro Orsini il marchio Subdued, di cui è presidente. E che, in barba alla concorrenza del fast fashion che in questi tre decenni è letteralmente esplosa, continua a crescere. «Da sempre abbiamo un target ben preciso – spiega – e in questi anni siamo stati coerenti nel proporre uno stile di abbigliamento “pulito” sia per il giorno sia per la sera, cercando di creare una community che si sentisse di appartenere allo stile di vita e di abbigliamento proposta da Subdued, senza fare leva su un prezzo troppo basso».
La strategia premiata dalla crescita del 37,2% dei ricavi
La strategia di non allettare le giovanissime con listini ridotti all’osso ha messo al riparo Subdued, che fa capo al gruppo Osit, dalla concorrenza selvaggia di fast fashion e ultra fast fashion che negli ultimi decenni hanno proposto (con brand dedicati ai giovanissimi) capi trendy a basso costo. E ha avuto un indubbio ritorno di tipo economico: il gruppo ha chiuso l’esercizio 2024 con un fatturato complessivo di 164 milioni di euro, in crescita del 37,2% rispetto ai 120 milioni del 2023. Il fatturato 2022 era stato poco superiore ai 92 milioni. L’Ebitda margin del gruppo è pari al 31,4%.
L’estero come nuova frontiera di espansione
Lo sviluppo è trainato soprattutto dall’aumento delle vendite all’estero, pari a oltre il 64% del totale, e in progressione del 53% rispetto all’anno precedente. Per spingere questa espansione, poco più di un anno fa la holding Nuo (partecipata al 50% da Exor) ha rilevato il 30% di Subdued: «Il 2024 è stato un anno eccezionale: abbiamo fatto numeri incredibili dovuti sia all’esplosione del business nel Regno Unito sia allo del brand in Europa. Siamo pronti ad andare avanti con l’espansione», dice Sconciaforni. Che parla in primis della Cina: «A settembre 2024 abbiamo aperto due negozi a Shanghai, una piazza che sta rispondendo abbastanza bene, e uno a Chengdu. Entro il 2026 apriremo due negozi a Beijing, un punto vendita a Guanzhou e un pop up store a Shenzen. E poi un negozio a Hong Kong. Stiamo valutando mercati come Corea e Giappone».
Gli investimenti retail
Circa l’87% delle vendite di Subdued proviene dai negozi di proprietà, circa 100: oltre a Roma e Milano, si trovano in capitali internazionali come Parigi, Londra, Barcellona, Madrid e Amsterdam, Berlino (lì fu aperto il primo negozio estero di Subdued, nel 2013), Amburgo, Stoccolma, Monaco, Zurigo, Roma, Milano, Lione, Oslo, Stoccolma, Dublino, Ibiza, Valencia, Anversa, Bruxelles e Vienna. L’azienda sta guardando con interesse anche il mercato mediorientale, con Dubai in cima alla lista delle priorità, questa volta con un partner, e agli Usa, attraverso il lancio di un sito e-commerce dedicato. Altri investimenti, infatti, sono diretti all’espansione del canale online: «L’ecommerce assorbe circa il 10% delle vendite ma vogliamo farlo crescere», chiosa il presidente.