Moody’s conferma i rating Baa1 e (P)P-2 per Stellantis N.V. ma taglia l’outlook da stabile a negativo. Una scelta, spiega l’agenzia, sulla scia della “gravità del cash burn previsto nel secondo semestre del 2024 a seguito del recente profit warning del management con l’aspettativa che la performance operativa rimbalzerà l’anno prossimo”. E ancora: “L’odierna azione di rating è ulteriormente supportata dalla solida posizione di liquidità di Stellantis che fornisce un cuscinetto”, in attesa del miglioramento nel 2025 del trend delle prestazioni operative e del free cash flow. 

Nel dettaglio Moody’s ha confermato i rating a lungo termine Baa1 di Stellantis, sugli strumenti senior non garantiti e degli strumenti backed senior non garantiti. Ha inoltre confermato il rating a breve termine della società a (P)P-2. L’aggiustamento della guidance – ricorda l’agenzia di rating –  per l’intero 2024 è dovuto alla decisione del management di accelerare le misure di risanamento delle scorte negli Stati Uniti, ma anche alla debolezza di altre regioni, tra cui l’Europa. L’azione di rating odierna è ulteriormente sostenuta dalla forte posizione di liquidità di Stellantis, che fornisce un cuscinetto fino a quando l’andamento dei risultati operativi e il flusso di cassa non miglioreranno il prossimo anno.

Per quanta riguarda l’outlook, “le prospettive negative riflettono i rischi che pesano sulla ripresa dei risultati operativi prevista per il 2025, in particolare la bassa crescita dei volumi e la crescente pressione sui prezzi a livello globale. Inoltre, le prospettive negative riflettono le difficoltà di esecuzione per invertire la tendenza alla generazione di free cash flow negativa prevista per il 2024″, spiega Moody’s. 

Stellantis, nel trimestre le consegne calano del 20%
 

Le consegne consolidate di autoveicoli da parte del gruppo Stellantis nel terzo trimestre sono state pari 1,148 milioni di unità, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Il calo delle consegne, spiega una nota, è stato maggiore rispetto a quello delle vendite ai clienti finali, che si sono ridotte di circa il 15%, scontando l’impatto temporaneo della transizione del portafoglio prodotti e delle iniziative di riduzione delle scorte presso la rete.

Il calo maggiore si è registrato nel Nord America, con una flessione del 36% delle consegne, a 299 mila unità, mentre nell’Europa allargata, primo mercato del gruppo, il calo è stato del 17% a 496 mila unità. In Medio Oriente e Africa le consegne sono scese del 26% a 78 mila unità, in Cina, India e nell’Asia Pacifico del 30% a 14 mila unità mentre cresce il Sudamerica, con un aumento del 14% a 259 mila unità.

“La riduzione – spiega Stellantis – riflette le iniziative di riduzione delle scorte nonché gli impatti dei lanci dei nuovi prodotti. Dai progressi su entrambi ci si attende un posizionamento più forte del gruppo per il futuro“. Nell’Europa allargata, al calo di circa 100 mila unità ha contribuito il posticipo del lancio dei modelli basati sulla piattaforma Smart Car, inclusa la Citroën C3, che ha iniziato ad essere consegnata alla rete in settembre. “Le prospettive per il lancio dei nuovi modelli in Europa – afferma il gruppo – sono robuste con ordini per 50 mila unità per la nuova Citroen C3 e di 80 mila unità per la nuova Peugeot 3008”.

In Nord America, la diminuzione delle consegne è stata di circa 170 mila unità, di cui oltre 100 mila per i preannunciati tagli alla produzione finalizzati alla riduzione dello stock presso la rete, con le scorte che si sono ridotte di 50 mila unità rispetto alla fine del secondo trimestre (-11,6%). Sul calo ha inciso anche la contrazione del portafoglio prodotti per la transizione verso le nuove offerte multi-energy con una nuova generazione di prodotti in fase di lancio. In ogni caso le vendite ai clienti finali negli Usa hanno supportato la crescita della quota di mercato, salita dal 7,2% di luglio all’8% in settembre.

 

La decisione di Moody’s arriva qualche giorno dopo l’audizione dell’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares dell’11 ottobre alla Sala del Mappamondo di Montecitorio dove ha riferito, in inglese, alle commissioni Attività Produttive della camera e Industria del Senato. L’ad è stato invitato a spiegare come intende invertire il declino industriale dell’auto nel nostro Paese. Declino che si inserisce nella crisi internazionale dell’automotive, all’interno della quale, tuttavia, Stellantis fa la prestazione peggiore di tutte le case europee.

“In Italia il costo dell’energia è molto elevato, per esempio è doppio rispetto a quello della Spagna, e questo è uno svantaggio notevole. Non so perché succeda, ma è un fattore che dobbiamo considerare. Io devo poter vendere i veicoli elettrici allo stesso prezzo dei veicoli a combustione interna. Quindi, nel contesto attuale, devo per forza considerare un 40% di aumento dei costi, ovvero quello della tecnologia elettrica”, ha detto Tavares, spiegando che “con questo 40% di aumento dei costi creo, all’interno della filiera, una tensione insopportabile”. Secondo il Ceo, quindi, “voi leader politici dovete dirmi come devo fare per gestire questo aumento dei costi”.

“Per attenerci alle regolamentazioni – ha aggiunto – dobbiamo aggiornare e cambiare le tecnologie. Questo può generare ansia, il cambiamento, soprattutto se veloce e profondo, può generare ansia. Ma noi in Stellantis abbiamo molto chiara la roadmap per portare avanti questo cambiamento. Il settore è sotto tensione, ci sono attriti e difficoltà, ma noi siamo sereni”, ha detto Tavares, sottolineando che “anziché litigare sulle regolamentazioni, dobbiamo fare in modo di lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti nel modo migliore”. Il numero uno di Stellantis si è detto convinto che “si debbano gestire gli attriti, evitare di discutere, lavorare insieme con tutte le parti coinvolte”.

 

 

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